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domenica 16 marzo 2008

Lettera ad una attrice.

Così, interpreti le tue molte strade.
Eviti il fiume prepotente che, tra esseri umani dissanguati di pensieri,
prepotente esonda sulla diga pericolante
di chi teme di spingersi in altri personaggi
che bruciano il cuore.
E così, interpreti le tue molte strade.
Mi dici che temi il tuo disordine, o di correre troppo;
eppure sai che molto più velocemente passano le bellezze che
non si guardano, non si intendono, non si sentono.
Così non ti imponi nulla, e nulla si impone a te,
perché non segui il ticchettio stridente
dell’ orologio che conta e lamenta le occasioni perse.

lunedì 10 marzo 2008

The Michael Jackson's Pop Thriller Poem



-Cantami, o Diva, della discesa terrestre di una pop star e della sua rovina. So che dalle tue braccia scivolano le anime che perdono la antica conoscenza per sprofondare sulla terra severa.
Severa è la terra ma dolci le tue raccomandazioni per il viaggio; lascia che mi nutra di queste e le porti tra i miei ricordi.

Queste istruzioni diedi:“Starai dinanzi ai mostri terrestri che sbucano morti da sottoterra. Con essi danzerai, vestito di rosso e con occhi di demone. I tuoi occhi si copriranno di giallo bilioso e le pupille diventeranno come quelle di un serpente della foresta.
La ragazza innocente che stava con te, uguale a te quando non avevi il casco del viaggio, arretrerà col suo sguardo e da lontano ti accompegnerà, mentre in silenzio osserverà la tua farsa umana, e il tuo balletto.
Ricorda che non ti diedi Paradisi né Inferni; soltanto il teatro della tua coscienza dove il Te Stesso darà vita a te stesso.
Starai tra quelle che gli esseri umani chiamano “stelle”; eppure quassù non arriveranno che gelide grida.
Starai tra quelle che gli esseri umani chiamano “richezze”; eppure quelle non ti solleveranno.
Starai in mezzo a quelle che gli esseri umani chiamano “glorie”; eppure sin quì giungeranno gli spasimi agitati delle tue galere.
Conoscerai quella che gli esseri umani chiamano “fama”; eppure sai che quì non si distingue creatura da creatura.”
Così, infatti, avviene: vivete gli uni separati dagli altri, poiché le vostre menti dividono continuamente; e dividono voi stessi. Eppure da quì siete un paese luminoso di indistinte luci sopra una morbida collina”.
Ancora gli dissi: “Quando vivrai da mostro in mezzo ai mostri, conoscerai le ingiurie umane, il giudizio e l’ idolatria sulla tua incerta carne. Chi ti giudicherà con ferocia evidentemente vedrà se stesso come un angelo; eppure tra gli angeli nessuno li conosce.
Non sarà la carne, in realtà, a lacerarti, ma il teatro sopra la carne. Ciascuno di voi vive dentro l’ altro e i tasselli di ognuno sono proprio ciò che chiamate “altri”. Gli altri sono le parti di te stesso: ciascuno di essi rappresenta il tuo modo di vivere ogni singola parte che costituisce e compone il tuo intero.”
Aggiunsi davanti al suo piccolo volto scurito dai pensieri: “conta il tuo coraggioso viaggio, e quello è il tuo miracolo. Se desideri conoscere, e per questo sacrifichi te stesso, compi il miracolo tra i miracoli.”
Io risposi:”Mi sembra folle questo oblio e un tranello inutile e sadico.”
-“Voi passate il tempo a subissarvi di domande, e sprofondate nell’ abisso ora dopo ora. Così allontanate comodamente le vostre risposte: generate centinaia di concetti per allontanarvi da voi stessi. “
-“Mi sembra strano: perché mai?”
-“Perché avete paura di voi stessi: ed avete ragione, vi dico! Se non aveste considerazione di voi nemmeno vi portereste sulla schiena, come fate, la paura di perdere qualcosa. Chi sa di possedere qualcosa teme di perderlo. Se volete conoscervi dovete dimenticarvi, e indossare fino in fondo i ruoli che avete scelto in questa farsa.”
Un gelido fiotto di saliva passò per la gola. La parola “farsa” mi disgustava profondamente.
“-Voi date importanza a ciò che fate e pensate che sia inequivocabile. I vostri gesti hanno qui lo stesso significato che gli dà uno scimpanzè che, addestrato da voi, tenta di riprodurli.”