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mercoledì 30 giugno 2010

mercoledì 23 giugno 2010


Ci sono Muse parlanti e Muse silenziose; non esiste la creazione, ma l' ascolto. Si tratta di far emergere. A qualcuno riesce bene per diversi motivi; mi trovo quì, nel deserto, anche di parole, con una caterva di idee e mi sento appena nato. E appena morto, ovviamente. Così accade, ammesso che qualcosa davvero accada. Per il resto si tratta di saper fuggire quanto saper tornare. Sì, è la prima dedica. E' un avanti indietro senza sosta (per citare De Signoribus) sempre pieno di domande e, per fortuna, mai di risposte. Rispondere sarebbe morire di colpo, perchè spiegare è una illusione della coscienza. Chi pensa di poter dare delle risposte illude se stesso; allo stesso modo muore tanto spesso la creatività dentro le viscere di chi si ocupa di arte o creazioni in genere. Muori alle tue illusioni, e vivi alla non-conoscenza. Sapere di non sapere sarebbe già un buon passo.
Ciao, C.

mercoledì 16 giugno 2010

Il coraggio non sta nel non provare paura o limiti, ma nella volontà di superarli.

domenica 13 giugno 2010

In realtà, la peggiore ubriacatura è quella della mente; delle idee, delle congetture incessanti, dei sogni. Essere, come si dice, schiavi delle proprie identità (figuriamoci costruirne) sarebbe persino un lusso. Ma, di fatto, nemmeno esiste la coscienza di una identità; soltanto congetture nei propri paesi volanti.

venerdì 11 giugno 2010

Quello che gli uomini chiamano a sproposito con il nome di "amore" non è che un' altra forma di attaccamento a se stessi. Laddove vi sia un briciolo di consapevolezza dei sentimenti, si pensa davvero di poter "voler bene", "fare qualcosa". Ma sono tutte bugie, o mezze bugie, poichè un uomo mette sempre se stesso davanti a ciò che crede essere un sentimento. Quest' ultimo ora sale, ora scende, ora va quà, ora là, in base al vento che tira e alle circostanze proprie.

"Mi disse che mi voleva bene. Dopo che si era seduta al mio tavolo e aveva mangiato e stramangiato lasciò il cuore in gran disordine. Se qualcosa di quel cuore rimaneva, era una specie di muscolo rattrappito e raggrinzito in una smorfia. Ora lo vedevo proprio come una tavola cui si era seduta lei, lasciando le posate sporche alla fine di quella rapida e maleducata cena, andando via senza salutare. Francamente anche un gran rumore di rutti, intorno. Mi aveva mangiato e digerito.
Mi disse che mi voleva bene; si capiva che mi voleva "frequentare". Io in verità non sapevo che dire, nè che rispondere. Vedevo che tutto ciò che aggiungevo con le parole era un' altra bugia. Ma che senso ha voler bene? Sapevo che serviva più al suo scrupolo che all' amore reale. Gli abbracci suonavanno come un gioco che, appunto, mi svuotava. Quegli abbracci continuavano ad approfittarsi di me. Me ne andai senza salutare."

martedì 8 giugno 2010

"Senza malattia certe verità rimarrebbero per sempre escluse alla conoscenza umana" Virginia Woolf

lunedì 7 giugno 2010

Le mostre delle mostre delle mostre.

L' unica dimensione che conta è quella del lavoro; quello concreto, quello quotidiano. Così hai la misura concreta della distanza tra ciò che dici di essere e ciò che sei veramente. Per carità, va tutto bene. Si può anche vivere esclusivamente nella sfera mentale dove le cose non corrispondono mai nella vita reale e continuare a trastullarsi con le idee filtrate e rifiltrate senza averne esperienza. E' la sindrome di internet, che rende tutti partecipi e nessuno partecipante. Armiamoci e partite.
Arrivederci, me ne vado al mare.