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venerdì 30 settembre 2011



QUATTRO

Stefano Abbiati, Riccardo Gavazzi, Svitlana Grebenyuk, Guido Nosari.

4 giovani artisti, 4 pittori che introducono così il loro lavoro :

Stefano Abbiati : “Un lavoro di stratificazione iconografica operata su più livelli tecnici e semantici interconnessi tra di loro oppure in "conflitto armonico".
Io non scelgo mai il soggetto: è il soggetto che mi sceglie e io eseguo ciò che sento e ascolto. Comunicare non è parlare, ma tacere e ascoltare per avere, forse, qualcosa da dire. Per ascoltare serve scendere alcuni gradini del cosciente e inscenare il balletto che, nel mio caso, è decisamente polilinguistico, poiché gioco, come detto sopra, con più tecniche intersecate e interagenti.”

Riccardo Gavazzi : ”Viviamo sempre protetti da un’apparenza per confondere il nemico, perché non vogliamo ammettere la nostra debolezza e non capiamo che è una scorciatoia senza uscita. Viviamo solo per amare la notte.”

Svitlana Grebenyuk: “Ho chiamato il mio lavoro di questa serie “ Happy Art” immaginando come agli occhi di un neonato appaiano le forme elementari di elementi naturali come il sole oppure il fuoco o anche sagome di giocattoli, giostre e girandole luminose. Ho dipinto l’immagine della Madonna che reca in sé, per sua natura, l’idea di apparizione, d’immagine quintessenziale , la più libera possibile da ogni intralcio con la materia. Cerco l’ immagine pura appena nascente , trasparente così volatile che ancora non possa essere il fondamento concreto delle cose. Ripeto le immagini fino a che non intervenga l’assuefazione della conoscenza , per così dire, e una cosa non divenga per davvero e inevitabilmente una cosa. Quella precisa cosa e nient’altro. Allora il mio interesse svanisce. Come ogni artista sono attratta dalla perfezione della bellezza che gli antichi avevano trovato nella regole della sezione aurea, modello di assoluta completezza cui cerco di ispirarmi.

Guido Nosari: “Non vorrei mai far parte di un club che accetta tra i suoi soci me" (G.Marx), perchè non capisco, non sono abbastanza. Qualche volta qualcosa mi dice dove voltarmi e cosa guardare, magari mi avvicino un po’ a comprendere le cose, ma poi sfuggono, e continuo e provare. Non vorrei mai far parte di qualcuno che mi ha capito, che ha capito.”

Inaugurazione mercoledì 5 ottobre ore 19 00

Dal 5 al 28 ottobre 2011


lunedì 12 settembre 2011

Formula7

Ho messo quasi a punto la nuova produzione. Ciò che cerco da sempre è l' affrancamento dal sentimentalismo, il pasticcionismo travestito da oniricità. Tutt'altro. Oggi ci vuole chiarezza, limpidezza. E serve aggiungere un po' di distanza e di mistero, coltivare ciò che si guarda e non lasciare tutto al caso, soprattutto nello spettatore. Ha già tanto da fare, e si merita un momento, un istante, una vita intensa che magari parta dal quadro. Chi dichiara di non avere messaggi da veicolare, fugge da se stesso e dalle responsabilità possibili di un' opera d' arte. Piccola o grande che sia, è una responsabilità. All' uomo non piace darsi disciplina; preferirebbe cantare delle proprie casuali intuizioni senza scopo né senso. Della sua pigrizia, della sua vita inerte e addormentata. E farne bella mostra, naturalmente.
Adoro i lavori di Rudolf Stingel e di Trevor Paglen, e mi chiamano.
Lucidità, nettezza, mistero, intensità, semplicità, rigore, giusta distanza.
Mica si può gridare sempre nelle orecchie come tutti col proprio torbido dialetto di paese.