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martedì 21 febbraio 2012

La curiosità è il cervello della fantasia.

domenica 19 febbraio 2012


Tranquillo Cremona, fratello del matematico Luigi Cremona, compie gli studi superiori al liceo classico Ugo Foscolo di Pavia. Fu l'iniziatore della scapigliatura in pittura, pur partendo da modi alla Hayez, ma con maggior gusto cromatico di ascendenza veneta (a Venezia il giovane pittore soggiornò tra il 1852 ed il 1859, frequentandovi l'accademia). Successivamente il linguaggio dell'artista si rivolse alla ricerca di effetti vaporosi e morbidi, ottenuti con il prevalere dello sfumato sul contorno, in obbedienza alla teoria dell'indefinita suggestione musicale a cui tendono tutte le arti, di cui Giuseppe Rovani si era fatto sostenitore nel libro 'Le tre arti' (1874). A tali risultati Cremona pervenne a partire dal 1870, quando presentò 'I cugini', frutto delle ricerche e degli studi del periodo precedente (temi forse ispirate ad esperienze biografiche dell'amico Carlo Dossi). Si tratta di opere che non potevano non sorprendere e non scandalizzare nell'ambiente milanese, dominato dal compassato verismo di Giuseppe Bertini di cui fu anche allievo.
È significativa la recensione, nella 'Strenna ricordo dell'Esposizione Nazionale di Milano' del 1872 di Yorick (pseudonimo di Pietro Ferrigni) il quale, accostò per primo Cremona al contemporaneo Daniele Ranzoni. In realtà, Cremona dimostrava la sua insofferenza per il clima dominante proprio attraverso la ricerca del simbolismo. Quanto alla natura sfatta delle sue immagini, la cui riconoscibilità non è sempre certa, essa dipende dallo sforzo di fondere le figure con l'ambiente, su una linea che sarà ripresa da Medardo Rosso e che sfocerà nelle proposte, altrimenti impostate, di Umberto Boccioni.

Tranquillo Cremona morì la mattina del 10 giugno 1878 a Milano, a soli 41 anni. La causa di morte fu avvelenamento per ingerimento di tempere di tela: per comodità di confronto egli infatti si sporcava le mani di colore ma il piombo delle biacche, infiltrandosi nel sangue, finì per causargli la paralisi degli intestini. Aveva da poco finito di dipingere la sua opera più famosa, "Edera". Roberto Sacchetti in suo onore scrisse il necrologio "In morte del Tranquillo Cremona".

Fonte: Wikipedia


mercoledì 8 febbraio 2012

  • Lo spirito creativo deve identificarsi con il ritmo della vita cosmica
  • il pennello deve esprimere la struttura intima delle cose
  • la somiglianza sarà afferrata dal contorno
  • l' apparenza particolare delle cose sarà resa dal colore
  • le masse devono ordinarsi secondo un piano
  • la tradizione deve essere tramandata nei suoi modelli "
Hsieh Ho ("Sei principi necessari alla validità di una pittura"), V sec. d.C.

lunedì 6 febbraio 2012

Ci si immagina che tutto ciò che succeda sia nostro,o di qualcuno. La realtà però scorre come le scene di un teatro, e si susseguono le manifestazioni episodiche suggerite dai consci incompleti o in via di completamento. Il mondo è pieno di cose che si aggrappano ad altre cose; una cosa determina se stessa, e compie un grande balzo chi porta il suo conscio fuori da questi balletti. Egli, molto probabilmente, non potrà esimersi dal ballo; tuttavia sarà un danzatore libero, che dentro di consapevolizzerà e maturerà il distacco dalla identificazione con le manifestazioni. Soprattutto vanno evitate le proprie idee di ; delle impressioni che ne hanno gli altri non ti curare, poiché accade ciò che accade o che deve accadere. Semmai la stupidità altrui attacca i suoi giudizi, ma ci si guardi dagli esperti dei cataloghi morali, poiché sono prigionieri della loro mente che, peraltro, non possiedono.

sabato 4 febbraio 2012

Schede

I nostri cosiddetti pensieri non sono altro che formazioni fisse estratte da classificatori o schedari soggettivi.
Quelli che chiamiamo pensieri non sono pensieri.
Noi non abbiamo pensieri: abbiamo varie etichette, alcune brevi, altre concise, altre lunghe, ma nient'altro che etichette.
Queste etichette vengono trasferite da un posto all'altro.
Le richieste provenienti dall'esterno sono ciò che noi riceviamo sotto forma di impressioni. Ma le richieste non vengono solo dall'esterno, provengono anche da diversi punti interni. E tutto dev'essere messo in codice.
Questo caos è ciò che chiamiamo pensieri e associazioni.

G.I.Gurdjieff