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lunedì 29 ottobre 2012


 Non dimentichiamo che Collodi, nella sua imago iniziale, fa morire Pinocchio; l' uomo sogna di essere una macchina e una macchina sogna di essere un uomo; alla fine dei conti, però, ognuno resta incastrato in ciò che è. Questo accade per la naturale tendenza umana ad allargarsi, estendersi, espandersi e, in qualche modo, a motivo di quella visione simmetrica e duale delle cose per cui si tende verso il proprio contrario per completamento.
L' uomo tuttavia è già, in sé e per natura, diviso in molti omuncoli o "robot". Il primo robot è l' io razionale, il calcolatore, l' elaboratore dei dati, il traduttore automatico. Il secondo robot è quello emotivo, mentre il terzo è quello motorio, cioè il robot che regola le funzioni basilari e immodificabili del corpo (gli automatismi del respiro, dei battiti cardiaci etc.).
Il tutto è raccordato da una coscienza che però non è ancora libera; non solo perché difficilmente può distaccarsi da quegli automi, ma principalmente perchè rivolge le cose che esplora costantemente verso di sè e la utilità del proprio ego compiacendolo istintivamente.
Questi tranelli od ostacoli per la propria effettiva libertà, che pongono delle maschere di realtà sovrapposte e stratificate, sono dei veri e propri rubinetti che regolano il flusso della coscienza nella realizzazione nell' Infinito, nell' Innominabile, l' Inconfutabile, il Tutto. Dio non esiste perché è una invenzione necessaria alla coscienza individuale per sperimentare proprio questa risalita verso la Casa. Ogni cosa, infatti, è Dio o una sua espressione. Tutto ciò che compone il Tutto è il Tutto; il primo inganno è proprio quello di cercare fuori da sé e dalle cose; il primo inganno è proprio la ricerca.
Lungamente un uomo può adoperarsi tutta una vita trascinando sulle proprie spalle un cadavere, cioè se stesso. E' un essere che internamente muore continuamente, cambia, evolve (o involve, ma è sempre movimento), eppure resta aggrappato a una idea di sè che non corrisponde alla sua molteplice realtà che va compresa e attraversata. E naviga in un mare di incomprensione, di fatiche inutili, di lavori a cottimo poiché, in effetti, alla coscienza bastano poche e semplici cose, spesso senza apparente significato, per diventare Felicità.
Quando si crea una frizione dolorosa ma positiva negli intenti, quella cioè di avvertire il distacco da sé, come se si assistesse a un film ( tuttavia nel pieno delle proprie sensazioni spirituali), è allora che, come per scatti progressivi, ci si sta spostando da se stessi verso l' Innominabile.


lunedì 15 ottobre 2012

martedì 4 settembre 2012

Gobi

Domani guarderò al presente che sono ora come una carcassa di cavallo in mezzo al deserto; oggi vivo per la morte di domani e il domani mi costringe a essere vivo oggi.
Una gran voglia di perdere le cose e il rimpianto di non avere spedito i miei "vaffanculo" con più convinzione.
Domani questa bocca sarà il muso di cavallo spellato nel deserto, ma avrà le fauci ben conservate e tese nel mio "ti amo".


lunedì 3 settembre 2012

A me interessa non tanto la capacità di articolare discorsi, parole o giustificazioni, quanto la capacità di trasformare un minuto o un secondo in un rito, una cerimonia. Così fanno tutti gli spiriti avanzati, ed è così infatti che si tramanda una civiltà: per cerimonie.

domenica 2 settembre 2012

Percorriamo strade strette in cui sembriamo sparire inghiottiti da un momento all' altro, tra rami violenti che sferzano i finestrini e voragini di terra e cemento selvaggio. Il furgone sembra spellarsi e rompersi da un momento all' altro, ma la vista che si apre è questa. Penso che per salire alto, su un monte, serve tanta fatica e tanto lavoro, e lasciarsi andare tra i perigli. Ogni monte vergine ha un percorso sterrato e sta al minuscolo uomo lasciarsi andare.

Mi chiedo che razza di senso abbia questa squinternata pittura pop contemporanea poggiata sul nulla, importato da terre lontane e poco mature, tutto mostri e ketchup.

lunedì 9 luglio 2012

Così mi sono ritrovato nella ripida e maestosa Chumba, in Tibet, a scorgere la enorme lingua d' acqua gelida in un posto magico e i suoi monti possenti e gloriosi. Un luogo di cui ignoravo persino l' esistenza e, come tutto ciò che si presenta maestoso all' animo umano, giaceva impolverato nei gangli macchinosi della memoria prima di aprirsi come uno sbuffo di lava erotta.

domenica 24 giugno 2012

In capo a tutti c'è Dio, padrone del cielo. Questo ognuno lo sa. Poi viene il principe di Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi, nulla. Poi, ancora nulla. Poi, ancora nulla. Poi vengono i cafoni. E si può dire ch'è finito.

I.Silone

mercoledì 6 giugno 2012

Jonathan Meese parla alla Università di Kassel

Jonathan Meese parla alla Università di Kassel

Da Spiegel OnLine

"E 'considerato uno dei più grandi artisti del nostro tempo - e uno dei peggiori: In una intervista per Spiegel presso l'Università di Kassel, Jonathan Meese, ha denunciato gli organizzatori come barboni e gli studenti come "emorroidi nel culo dello Stato". Alla fine volano i bicchieri.

La sala era affollata, alcune delle quasi 200 persone stavano in piedi nel cortile con gli ombrelloni davanti alle porte a vetri. Jonathan Meese, 42 anni, è arrivato in giacca di pelle nera a strisce Adidas, bevendo Coca-Cola, testimoniando che egli era "felice, felice, felice" nel leggere per la prima volta un manifesto che aveva scritto quella mattina: "Solo la 'Dittatura dell'arte " crea futuro, ma solo l'arte è senza ideologia, senza malizia e senza nostalgia," ha dichiarato l'artista.
Questa conferenza forte e provocatoria è iniziata nel pomeriggio di Lunedi, l'intervista "live" per Spiegel nell' università" di Kassel, la città in cui questa settimana si è aperta "Documenta", la mostra d'arte più importante al mondo. E' stato in particolare il dialogo sulla "megalomania nel mondo dell'arte" e la condizione dell'arte contemporanea il momento in cui il parere di Meese non era esattamente il migliore.. "Io soffro per il fatto che certe sculture siano vendute come opere d'arte, ma sono in realtà design. Soffro per il fatto che la mia pittura di merda viene esposta, mentre è in realtà illustrazione spinta in alto".
Meese è un pittore, scultore, artista performer dall' immaginario espressivo e drammatico nella scelta delle parole. Caligola, Hitler, Spock sono tra i motivi del suo universo artistico. In un'intervista per SPIEGEL dello scorso lunedì, ha detto di essersi rifiutato di partecipare a Documenta di quest'anno perché questa si sarebbe rivelata "piuttosto terribile" e non avrebbe esposto nulla con il suo nome. Aveva visto delle fiere significative nel mondo dell'arte fino ad oggi, ma questa volta niente. "Ma io sono uno squalo, lo sento se un' opera d' arte ha qualcosa di geniale. Ma qui non si riesce a sentire niente, solo personaggi autoreferenziali o in cerca di sguardi maliziosi.
Venezia? Non senza la mia mamma!Alla domanda se sarebbe stato meglio Documenta con i suoi quadri esposti, ha risposto: "Se intendi solo me, forse".  Avrebbe visitato la fiera solo con transenne tutte intorno per lui  "Sì, se è tutto così, dove vuole che vada?".
Meese ha duramente criticato i curatori: "Tutti questi tipi di mostre attualmente ti fanno venir voglia di sostituire l'arte della Realpolitik, si vogliono sbarazzare dell'arte. "Sono persone che odiano l'arte". Se l'è presa anche col design della Biennale di Berlino, dove membri del movimento Occupy venivano visti come arte vivente. "Sono barboni che devono lasciare il paese". 
La prima svolta di Meese nel 1998 alla Biennale di Berlino. 
La stella d'arte di fama internazionale - cui sono state dedicate quest'anno alcune mostre personali a Copenhagen e Vienna - potrebbe anche immaginare di progettare il padiglione tedesco alla Biennale di Venezia. O almeno quando sua madre pregava per questo. Era la sua "liaison principale" alla "dittatura dell'arte". Ma si potrebbe pensare che i curatori non hanno il coraggio di invitarlo.
Come professore in una università, avrebbe rifiutato gli studenti da lui descritti come "emorroidi nel culo dello Stato" - ma ha invitato gli studenti presenti a fare piazza pulita. Poco prima della fine della conversazione, un ascoltatore ha preso alla lettera il messaggio e da teorico integralista ha inscenato una rivolta vera e propria: Si è fatto strada tra la folla e ha tolto i bicchieri dal tavolo. 

 






sabato 2 giugno 2012

lunedì 21 maggio 2012

giovedì 10 maggio 2012

Una società in regressione si nutre di ignoranza e paura e fomenta molte delle espressioni che oggi vanno tanto in voga, specialmente tra gli artisti. Questi ultimi, ultimi tra gli ultimi, avrebbero il compito teorico di dare conoscenza, di portare un messaggio quanto meno sollevante. Una visione, se non saggia, diversa, con prospettive più vaste. Ma non è un caso che ancora oggi si teorizzi dopo trent'anni sulla pittura punk; alle crisi si aggiungono altre crisi, e l 'elemento angosciante (e quindi regressivo) è ancora l' elemento dominante. La confusione, la mancanza di idee chiare, di volontà, quello che qualcuno chiama nichilismo. Ma non si tratta solo di non rappresentare una reazione allo stato di cose, ma di far scadere quei meccanismi sani di rivincita sociale, come ad esempio la trasgressione o la crisi del modello sociale o genitoriale. Questa rivincita è ridotta, e di molto, a un fenomeno tardo adolescenziale tutto pieno di segni col pennarello, di capigliature ben codificate, di mode depressive e deprimenti, scambiando il decadente con il decaduto. Una carrellata di famiglie Addams all' insegna del vittimismo e del poverismo..Sono forme di ribellioni giovanili prolungate all' infinito ,tuttavia vittime inconsapevoli dei meccanismi sociali di divisione che devono creare angoscia e paura. A questo fascismo finanziario è ben gradito l' artista depresso, che non porta soluzioni, non porta punti di vista da considerare, ma solo sfoghi emotivi (in genere avanzi di emotività).

mercoledì 25 aprile 2012

martedì 13 marzo 2012

La crisi è una opportunità eccezionale; costringere il lavoro dentro il recinto, seppur doloroso, di alcune soluzioni necessarie non lo impoverisce. Tutt'altro. Vedo intorno artisti che si affannano a cacciare mostre più o meno buone, quando invece un passo indietro significa due in avanti. Cento mostre all' anno per l' ansia di prestazione e lavori sempre più conformi e con ben pochi spunti di reale interesse, per non parlare di slancio. A questo si aggiunge la dipendenza dai social network in cerca di facili e ingenue gratificazioni che però non fanno che fortificare l' aspetto apparente delle proprie idee (sempre che ve ne siano).
Guardo sempre ammirato i progetti di architettura e di design dove la creatività deve necessariamente incontrare una dose massiccia di razionalismo e di applicatività che potrebbe strangolare. Tuttavia proprio nelle difficoltà si snoda il lavoro e la creatività si accende tra gli ostacoli. Un po' come un soldato che continua a sparare fucilate pensando che prima o poi il suo bersaglio verrà centrato.
Conta invece allenarsi all' attesa ponderata, alle mosse giuste e in un certo senso sagge. Anche sottoporre il lavoro al giudizio critico e severo di qualche persona stimata e sincera per rifinirlo, cancellare le sbavature o gli eccessi, dà quella accelerazione che di tanto in tanto serve. Magari lo demolirà in molti aspetti, ma è bene essere ambiziosi riguardo la propria creatività, non la propria società.

martedì 21 febbraio 2012

La curiosità è il cervello della fantasia.

domenica 19 febbraio 2012


Tranquillo Cremona, fratello del matematico Luigi Cremona, compie gli studi superiori al liceo classico Ugo Foscolo di Pavia. Fu l'iniziatore della scapigliatura in pittura, pur partendo da modi alla Hayez, ma con maggior gusto cromatico di ascendenza veneta (a Venezia il giovane pittore soggiornò tra il 1852 ed il 1859, frequentandovi l'accademia). Successivamente il linguaggio dell'artista si rivolse alla ricerca di effetti vaporosi e morbidi, ottenuti con il prevalere dello sfumato sul contorno, in obbedienza alla teoria dell'indefinita suggestione musicale a cui tendono tutte le arti, di cui Giuseppe Rovani si era fatto sostenitore nel libro 'Le tre arti' (1874). A tali risultati Cremona pervenne a partire dal 1870, quando presentò 'I cugini', frutto delle ricerche e degli studi del periodo precedente (temi forse ispirate ad esperienze biografiche dell'amico Carlo Dossi). Si tratta di opere che non potevano non sorprendere e non scandalizzare nell'ambiente milanese, dominato dal compassato verismo di Giuseppe Bertini di cui fu anche allievo.
È significativa la recensione, nella 'Strenna ricordo dell'Esposizione Nazionale di Milano' del 1872 di Yorick (pseudonimo di Pietro Ferrigni) il quale, accostò per primo Cremona al contemporaneo Daniele Ranzoni. In realtà, Cremona dimostrava la sua insofferenza per il clima dominante proprio attraverso la ricerca del simbolismo. Quanto alla natura sfatta delle sue immagini, la cui riconoscibilità non è sempre certa, essa dipende dallo sforzo di fondere le figure con l'ambiente, su una linea che sarà ripresa da Medardo Rosso e che sfocerà nelle proposte, altrimenti impostate, di Umberto Boccioni.

Tranquillo Cremona morì la mattina del 10 giugno 1878 a Milano, a soli 41 anni. La causa di morte fu avvelenamento per ingerimento di tempere di tela: per comodità di confronto egli infatti si sporcava le mani di colore ma il piombo delle biacche, infiltrandosi nel sangue, finì per causargli la paralisi degli intestini. Aveva da poco finito di dipingere la sua opera più famosa, "Edera". Roberto Sacchetti in suo onore scrisse il necrologio "In morte del Tranquillo Cremona".

Fonte: Wikipedia


mercoledì 8 febbraio 2012

  • Lo spirito creativo deve identificarsi con il ritmo della vita cosmica
  • il pennello deve esprimere la struttura intima delle cose
  • la somiglianza sarà afferrata dal contorno
  • l' apparenza particolare delle cose sarà resa dal colore
  • le masse devono ordinarsi secondo un piano
  • la tradizione deve essere tramandata nei suoi modelli "
Hsieh Ho ("Sei principi necessari alla validità di una pittura"), V sec. d.C.

lunedì 6 febbraio 2012

Ci si immagina che tutto ciò che succeda sia nostro,o di qualcuno. La realtà però scorre come le scene di un teatro, e si susseguono le manifestazioni episodiche suggerite dai consci incompleti o in via di completamento. Il mondo è pieno di cose che si aggrappano ad altre cose; una cosa determina se stessa, e compie un grande balzo chi porta il suo conscio fuori da questi balletti. Egli, molto probabilmente, non potrà esimersi dal ballo; tuttavia sarà un danzatore libero, che dentro di consapevolizzerà e maturerà il distacco dalla identificazione con le manifestazioni. Soprattutto vanno evitate le proprie idee di ; delle impressioni che ne hanno gli altri non ti curare, poiché accade ciò che accade o che deve accadere. Semmai la stupidità altrui attacca i suoi giudizi, ma ci si guardi dagli esperti dei cataloghi morali, poiché sono prigionieri della loro mente che, peraltro, non possiedono.

sabato 4 febbraio 2012

Schede

I nostri cosiddetti pensieri non sono altro che formazioni fisse estratte da classificatori o schedari soggettivi.
Quelli che chiamiamo pensieri non sono pensieri.
Noi non abbiamo pensieri: abbiamo varie etichette, alcune brevi, altre concise, altre lunghe, ma nient'altro che etichette.
Queste etichette vengono trasferite da un posto all'altro.
Le richieste provenienti dall'esterno sono ciò che noi riceviamo sotto forma di impressioni. Ma le richieste non vengono solo dall'esterno, provengono anche da diversi punti interni. E tutto dev'essere messo in codice.
Questo caos è ciò che chiamiamo pensieri e associazioni.

G.I.Gurdjieff

venerdì 27 gennaio 2012

Nella vita è certamente il sobrio che deve scappare dagli ubriachi.

domenica 22 gennaio 2012

Di tutte le creature, l'uomo soltanto sembra l' unica a non tendere verso l' equilibrio. Non solo non lo ricerca, nonostante abbia più strumenti a disposizione di un animale qualsiasi per trovarlo; spesso ci gioca come un acrobata su una corda drammaticamente tesa, sfidando continuamente quell' Ordine che ha innato dentro di sè e che perpetuamente cerca di contraddire. Persino gli strumenti che possiede per diritto naturale per superare ogni momento critico (poichè questo è un giro di boa, il famoso semitono di gurgevita memoria) sono spesso oggetto di scherno, sfiducia.
In questa gabbia emotiva, che gli sia imposta o meno da eoni, spuntano i suoi dei che, in effetti, sono proprio il suo riflesso di una divinità agognata, sognata, ma mai veramente desiderata e voluta.

venerdì 20 gennaio 2012

giovedì 19 gennaio 2012

Amici, nemici.

Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni (1Timoteo 4:1)

Nel grande circo delle religioni, dei culti complicatissimi quanto impraticabili, degli esoterismi di vario genere, ne spiccano alcuni insospettabili.
Chi volesse conoscere il vero volto di Belzebù, apra uno dei tanti libri sulle apparizione della cosiddetta Vergine Maria; uno tra i tanti, il cosiddetto Libro Azzurro di Padre Gobbi. Altro che Crowley; al confronto egli è un dilettante ("...anche satana si maschera da angelo della luce. (2 Cor. 11, 13 seg.). Così tutto il marianismo che sa tanto di negromanzia di Fatima, Medjugorie e via discorrendo, che ha seminato superstizione e sottili, astute credenze.
Andando un pò nel dettaglio di queste apparizioni di Iezabel (cfr. Apocalisse), si evince sempre che costei sia la mediatrice di Gesù, sia la porta per il Cielo, la Madre Celeste e così via. Si confronti http://www.apparizionimariane.net/it/apparizioni/messaggi.html.
Il tutto è sempre costellato di miracoli mirabolanti (il sole che balla), alcuni di indubbia natura maligna. Si veda questo inquietante filmato:



La veggente cammina all' indietro (!), rapita in estasi. Non so quale Dio sarebbe capace di utilizzare come un automa una innocente ragazzina, quando tra i più alti traguardi di una coscienza c'è certamente la padronanza di sè, piuttosto che la possessione. Si ricordi anche che queste apparizioni sono anche contraddistinte da segnali e messaggi di afflizione, tristezza. Maria apparve per la prima volta al finire dell' Ottocento in lacrime a due bambini. Ma, a ragione, nessun essere elevato si sognerebbe di turbare e spaventare dei minori (come si direbbe oggi). Indi vi è tutto il corollario di sanguinationes, tormenti, segnali, prodigi. Nessun essere elevato si sognerebbe di porsi tra Dio e un uomo, a ragion di logica. Seguono continui rimandi a castighi, date, appuntamenti (ma come sono fissati, questi dei, con i numeri) che sanno tanto di stregoneria e che, sopra a tutto, vengono spesso smentiti dai fatti. Sono inoltre messaggi e moniti pieni di date rivelatesi poi errate e sottili eresie dogmatiche in scaltrissimo contrasto con le Scritture. Si nota poi un accento costante di mal trattenuto nervosismo ("non riesco a trattenere il braccio di mio Figlio"), continue richieste di affidamento al fine di avere l' anima dell' intercedente. "Nessuno va a mio Figlio se non attraverso di me". Ma perchè questo cambio di rotta dogmatica totale, quando nelle Scritture Gesù non si rivolge mai a Maria come Madre Celeste (anzi, così le si rivolge: ‘Che ho da fare con te, o donna?"(Gv 2,4–5)
Si ricordino i frequenti (quanto ansiogeni) appelli alla consacrazione dell' anima a lei e alla preghiera del Rosario, quando vanno in tutt'altra direzione le parole di Gesù: "

«Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. (Matteo 6:5-6)

e ancora:

Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate. (Matteo 6:7-8)

Niente di più anti-cristico nel marianismo pagano.


Ciascuno giudichi da sè. Ma a cosa serve tutto questo inquinamento nell' etere, se non a smarrirsi, confondersi, vendersi agli dei che vogliono sostituirsi a Dio? non c'è uomo più debole di un uomo impaurito, in costante e irrisolto conflitto con i propri sentimenti, spremuto detro le sue energie tutte implodenti. Se l'uomo amasse autenticamente e sinceramente, scalando se stesso giorno dopo giorno, si libererebbe automaticamente dal giogo degli spiriti immondi che giocano spietatamente da eoni con lui. E' tuttavia proprio l' ingiustizia strumento di giustizia, come l' inganno è lo strumento della sincerità, il verme marcio da cui sorgono le ali della coscienza, prima nell' oscurità della ignoranza.

"Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli".

Chiudo con l' esempio supremo di semplicità e grazia di Dio di S. Francesco d' Assisi.

« O alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre del cuore mio.
Dammi una fede retta, speranza certa,
carità perfetta e umiltà profonda.
Dammi, Signore, senno e discernimento
per compiere la tua vera e santa volontà.
Amen. »



San Francesco (Preghiera davanti al Crocifisso)