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sabato 12 gennaio 2008

Citazione

HO CONOSCIUTO GLI UOMINI

Ho conosciuto l' amore degli uomini, ed era possessivo.
Ho conosciuto la loro amicizia, ed era sfruttamento.
Ho conosciuto il loro aiuto, ed era umiliazione.
Ho conosciuto la pietà degli uomini, ed era degnazione.
La loro protezione, ma aveva un secondo fine.
Ho conosciuto la giustizia degli uomini, ma era parziale.
La loro forza, ma era brutalità.
La loro onestà, ma era apparenza.
Ho conosciuto la fede degli uomini, ma era una prigione.
La loro filosofia, ed era cenere.
La loro scienza, ed era cecità.
Ho conosciuto la compagnia degli uomini, ma non mi riempiva.
Tutto questo ho conosciuto ed assaporato e, restandone turbato,
ho compreso di non essere morto a me stesso.

DALI

venerdì 11 gennaio 2008

Sesso e Tabù



Penso che si debba passare attraverso tutte le proprie esperienze e pulsioni servendosene come strumenti. Non amo l’ idea della perfezione come un regime totalitario che escluda tutto. Anche l’ idea di perfezione crea dipendenza, e non può, tra l’ altro, non essere altro che non una idea conseguente del senso di imperfezione.
Ad esempio, vivere il sesso come un demonio o impurità non ha fatto altro che creare patologie genitalistiche tutt’ intorno all’ argomento. Anche quando si sceglie quella strana cosa chiamata castità, la mente non fa altro che creare il paradosso opposto. Se si vive in funzione di separazioni e divisioni, non si fa altro che crearne di nuove in continuazione.
Un mio amico mi disse tempo addietro che aveva scelto per la castità per ragioni ideali, optando specificatamente per il non-toccare-femmina-alcuna. Bene; peccato che nella sua mente altro non vi fosse se non la questione del non-tocco-femmina-alcuna, rendendo alla fine spiacevoli i nostri incontri. Così organizzava incontri e serate con amici con la stessa peculiarità e via così, immerso in questa illusoria elite di infelici. Non esisteva altro se non quel pensiero.
Le separazioni creano di risposta la continua richiesta inconscia (o come dir si voglia) di ricolmare il gap, e a volte disperatamente. Se si tenta poi di sopprimerle con tutte le forze per paura o vergogna, peggio ancora. E sappiamo sgradevolmente cosa si intenda per peggio. Di contro, si verifica l’ opposto col pensiero ossessivo per la figa, ma con identiche modalità.
Non so se esista una via di mezzo, o se abbia più che altro qualche utilità. Ciascuno deve vedere da sé se ha qualche dipendenza (e anche vedere cosa intende per dipendenza…), qualche attaccamento eccessivo e, eventualmente, liberarsene. Invece di vivere la sessualità come un tabù pernicioso, credo bisognerebbe preoccuparsi di vedere se attorno a questa pulsione fondamentale e splendida della vita si sono costruiti attaccamenti, manie, morbosità. Intendo dire: possessività, genitalismo, rivalsa sull’ altro, femminismo\maschilismo e così via.
Debbo constatare che ancora oggi, duemila oltrepassato, vanno ancora di moda atavicissimi schemi. L’ Italia è sempre in prima linea, del resto. Dal prototipo Big Jim alla Costantino dovuto ad un inutile istinto materno in cerca del gorilla di famiglia forte o per redimere il maschio animale da brava mammina di famiglia, alla mega femminona bambolina possibilmente somara da tenere muta nel migliore dei casi e via così. Anzi propongo di stilare una sorta di classifica di tutte le ridicole categorie di questo genere.

domenica 6 gennaio 2008

Musica

Dentro formi un accordo armonico e la sua eco crea la tuà “realtà”, che vive e si genera in funzione e conseguenza di quell’ accordo. La realtà (intesa come l‘ insieme dei fatti, situazioni, persone e avvenimenti che circondano la tua vita) è l’ orecchio ascoltatore che risponde emotivamente all’ accordo emesso. Cosa sia poi l’ armonia per ciascuno, lo sa soltanto il cuore di chi suona.

martedì 1 gennaio 2008

Avanti e indrè

La mezzanotte del 24 Messa, la mattina del 25 pure, poi la notte di S. Silvestro e infine la mattina dell’ 1…Messa. Sempre che non vi sia stato qualcos’altro in mezzo tra il 26 e il 31, e poi si attacca con l’ Epifania. Un profluvio di spirito sotto il giogo pesantissimo di una rincorsa del Tempo, a quanto pare. Il senso del tempo non in modo “alto”, ma pedissequo, scolastico e schiavo del ticchettio dell’ orologio.
Non credo che una religione debba coltivare tanto l’ ossessione del tempo: invece di guarire dallo Ieri e dal Domani, non fa che rafforzare il sogno miseramente umano del tempo e allontare dal Sé come un razzo schizzato a tutta velocità. In altre parole: la paura di viversi. No?