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venerdì 19 marzo 2010

mercoledì 17 marzo 2010

Prendere e lasciare; se non prendi e vivi, non lasci e muori, e se non lasci e muori, non prendi e vivi.

giovedì 11 marzo 2010

La visione della cotoletta.

Un'altra moda è la professione di nullità, di mancanza di "valori", di presunta assenza di intenzioni..Non è che l' altra faccia del peggior moralismo. A dispetto di ciò che si può dire a una visione superficiale, il mio lavoro non predica nulla, soltanto vive dell' esperienza personale del "ricordo di sè" e della scalata verso strati altri della vita. Non sono suggerimenti, ma constatazioni; tuttavia anche queste cambiano, perchè il lavoro è in movimento, come lo dovrebbe essere ognuno.

http://www.smartarea.it/it/Smartshows/Smartshows-2010/Stefano-Abbiati-Mineralizzazioni/Stefano-Abbiati-Mineralizzazioni_2_636_493_0.html

lunedì 8 marzo 2010

Il peso.

Oggi ho sognato come si muore quando si è coscienti. E' una sensazione molto amara e sgradevole: si sente con una certa chiarezza lo sforzo del corpo di tenersi attaccato al cordone. Si è combattuti tra accettare la sorte, rincorrere un senso mentre non c'è tempo..L'ultima contraddizione che si affaccia alla vita. Poi mi sono svegliato; e quì sta un senso. Ci si accorge di questo sogno pesante, si avverte che si era un'altra cosa, completamente. Restano al mattino alcune tracce, e proprio la morte le sedimenta, le calcifica. E' così anche quando si muore a se stessi, internamente. C'è una transizione pesante, dura; si lascia qualcosa, o l' idea di qualcosa. Il sogno pesante, lungo l'asse del tempo, svanisce, e con esso tutto l' attaccamento ad esso. E' questa veste, l'attaccamento, a conferire il peso. Non si tratta di vivere con leggerezza o pesantezza: entrambi sono pesi specifici. Si tratta di correre coscientemente sul filo oscillante ed essere coscienti di sè, in sè, senza esservi immedesimati.

domenica 7 marzo 2010

L' importanza del lavoro di un artista si misura con la stupidità che gli si manifesta intorno.

martedì 2 marzo 2010

Continuamente, una forza ti tiene premuta la testa sott'acqua. All' ingiù, in apnea. In questo sonno non solo non ti ricordi di te stesso, ma ti ricordi di dimenticare.
Se non vivi in terza persona non ti osservi correttamente, e se non ti osservi correttamente tutti i meccanismi che ti rendono una persona perlopiù spregevole, indesiderabile e indigesta non emergono (vedi la famosa parabola della lucerna).
Molta gente seduce se stessa con stupide frottole; tra le tante ad esempio l'amore profuso in abbracci dal pessimo sapore agrodolce. Oppure nei famigerati viaggi per andare "lontano", magari esportando i propri piagnistei in un Paese, appunto, lontano. Che è distante il più possibile da se stessi, da affetti che sarebbero tropo vicini, ingestibili, stridenti e contraddittori con la propria immaginazione. Meglio compiangere il poverello, che possibilmente non ha nulla da dirti o rimproverarti e che, nel caso, poichè gli servi, non ti manda al diavolo.