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mercoledì 30 aprile 2008

What you resist, persists.

lunedì 28 aprile 2008

A proposito del cuore di pietra

"Tutti i bimbi come te hanno qualche cosa che di terror li fa tremar e non sanno che cos'è".La Casa Bianca, Sanremo 1968.

Era il 1998 o '99 quando su commissione realizzai una tela raffigurante il Battesimo di Gesù. Dopo aver sostato per diversi mesi in una sorta di limbo parrocchiale, il sacerdote infine si convinse a lasciarmi questa gravosa responsabilità. Fatto sta che dopo aver terminato il lavoro cominciarono altri problemi. Subito mi fu ordinato di mettere attaccaglie provvisorie alla tela, di modo che il prete avrebbe potuto togliere il quadro dal muro in qualunque momento. Parole testuali. Qualora avesse stabilito che si trattava di un quadro peccaminoso o lesivo della dottrina, lo avrebbe potuto facilmente eliminare alla vista. Questo tanto per mettere le mani avanti e coprirmi anche d' amore, già che c'era. Nonostante questa diffidenza a suon di sberle, il quadro piacque molto ai parrocchiani, tanto che, molto contenti del lavoro, decisero di chiedermi ufficiosamente la affrescatura di tutta la Chiesa. Potete immaginare ciò che ne seguì. Oltre a un nuovo interminabile giro di limbo, mi fu detto che bisognava attendere il parere della Curia, parere che non arrivò mai più. Chissà poi che avrebbe mai cambiato questo parere? Feci in tempo anche a traslocare dal paesello.
Oggi i muri della Chiesa sono rimasti vuoti (all' esterno un bel giallo canarino a impreziosire il tutto).
Iniziai a non sopportare questo: oltre alla più classica burocrazia dei sentimenti, il terrore strisciante nel fare qualcosa di nuovo, di "diverso" (capirai!). Un terrore latente che però teneva tutti in scacco, senza motivo, per congelare ogni cosa in uno stato di totale innocuità.
A tutt'oggi i muri della chiesetta sono rimasti vuoti, bianchi e gelidi.

venerdì 25 aprile 2008

Calda sfera di natura
Musa
dea di luna crescente
il respiro è tutta una cosa
uno
e ribolliva l' aria che lasciavi sgorgare sul serpente delle vertebre
tuttora, lo sai, ci richiama come muso di un vitello di appena 3 mesi.
Sfera
Musa preziosa,
anche Cosa, indefinibile Cosa,
(niente di male)
calore che sbuffa da un cratere di terra.

giovedì 24 aprile 2008


La musica ti avvolge innamorata, le arti visive ti accolgono come ospite d’ onore. Lo stupore sta nel fatto che queste discipline trovino un sottile ed emozionante punto di contatto con l’ interlocutore. Amo e pratico la pittura perché è carica di stratificazioni fisiche che accompagnano più o meno gradualmente lo spettatore nella visita delle diverse stanze della casa. La presenza di un ottimo quadro in una casa cambia la vita di questa.
Anche il pittore deve essere ben attento e conscio di questo aspetto, e non può vendere ad altri la sua distrazione, il suo svago, il suo ozio giovanile. Un pittore deve essere conscio di vendere un gioiello; anzi più di un gioiello, una parte di sé, se non tutto se stesso. Così il quadro si carica di questa impronta, perché l’ autore deve sapere visceralmente di accompagnare l’ acquirente o lo spettatore nei suoi aspetti più profondi e dignitosi. Non un muro, non un divano, non la copertina di un disco.
Dedicato a C.A.:)
Il dolore è un vuoto di creatività vitale. E’ un vertiginoso vuoto, un abisso che si crea e sussiste finchè non viene riempito con una forza contrapposta e creatrice.
Il dolore è un momento importante per prendere coscienza di sé. Sebbene sia lo strumento preponderante per la crescita di un uomo, non è una legge di per sé. E l’ uomo che vive, per dirla alla Gurdjieff, in un modo che sia il fattore scatenante principale della sua presa di (auto)coscienza, in quanto vive ora dopo ora in uno stato di sonno sapientemente organizzato e sviluppato.
Certamente il dolore è un elemento di rottura, la rottura di una diga che fino a quel momento tentava miseramente di resistere agli urti dell’ acqua. E’ il partigiano dormiente che incorre in extremis nella vita politica.

venerdì 18 aprile 2008

Unbelievable...faith.

La fede è un sistema involutivo di una mente non creativa, ma subordinata o, per meglio dire, con una creatività subordinata.
Siamo il risultato del nostro pensiero; per me lo sforzo creativo, che chiamo “volontà prima”, è la più grande forza presente in un uomo, per quanto questi se ne serva più o meno coscientemente.
Cos’è questa forza di volontà, o sforzo di volontà? E’ la capacità di filtrare i segnali delle realtà circostanti (v.figura), indirizzandole intenzionalmente al servizio del proprio percorso di vita. Vedo la realtà circostante non come “una”, ma come la risultante statistica di sfaccettature che direi infinite. L’ abilità di un uomo sta nel risvegliare questa capacità creativa, che è pressochè latente, prendendo possesso intellettuale della propria vita. Egli dovrà prima liberarsi, più o meno gradualmente, dei blocchi emotivi che sono dei veri e propri giri di boa. Non intendo naturalmente la capacità di articolare un pensiero e attaccargli fronzoli tanto da farlo sembrare “complicato”. “Complesso” e “complicato” sono due cose ben diverse.Un uomo emette continuamente pensiero, e in base alla consapevolezza di cui se ne serve, sviluppa la capacità di subordinare la propria vita alle esigenze cosiddette interiori, giacchè penso fermamente che il pensiero condizioni la realtà concretamente, fisicamente. Questa forza pensiero va quindi liberata e manifestata affinchè se ne prenda possesso e si assecondi una sorta di intento creativo nei riguardi della realtà. Oltre le griglie riduttive di positivo e negativo, buono e cattivo, cancellando e ricostruendo continuamente. Il desiderio è il motore principale, la linfa vitale. Io lo vedo ripartito in questa maniera: nella fronte, nel cuore, nello stomaco. Nella fronte risiede il potere di codifica della intenzionalità, cioè di “elaborazione dei dati” e riordino di questi. Nel cuore risiede una intenzionalità emotiva, scaturita dalla sfera emozionale individuale. Nello stomaco risiede una intenzionalità sensibile, collegata alla difesa di sé e alla sfera degli istinti umani.



La realtà circostante si muove in direzioni infinite e per motu proprio (nonché con significati e sensi differenti, anche contemporaneamente) e noi ne siamo dei ricettori, lettori e sviluppatori attivi (v.figura). Per questo attribuiamo alle cose moralità, amoralità, positività e così via. Il senso è la direzione delle cose. Questo senso di marcia, generalmente, facciamo in modo che venga verso di noi, ci assecondi. Desidera fortemente e stai certo di ciò che vuoi. Copri la tua vita di desiderio, non accettare di essere dormiente e passivo, e le cose succedono. Aspettano di essere chiamate per nome, in una parola “consapevolizzate”. Pensiamo di farlo, ma in realtà siamo un castello disabitato. Poiché le luci sono spente in quasi tutte le stanze, ci sembra non esistano neppure. Il resto lo fa la paralizzante paura del buio.
Dedicato al pittore Siva.

lunedì 14 aprile 2008

Patterns

Nei rapporti affettivi domina la paura; tra le tante, spicca spesso quella degli ex di turno. Questa paura è molto utile ad ancorarsi al proprio passato, fonte ineguagliabile di giustificazioni per rimandare la propria vita. Vivere però sotto questa ottusità, oltre a rovinare presente e futuro, coltiva queste manie fino a renderle patologie reali. Continuamente creiamo i pattern su cui distendere la vita, ma per paura di farlo fino in fondo lasciamo che riemergano certe paure e fatti del passato a ostacolare il normale sviluppo delle cose. Siamo i nostri stessi ostacoli, perché abbiamo paura di desiderare fino in fondo, per mancanza di stima e perché non crediamo a noi stessi. Appena si riesce a ottenere qualcosa, subito lo copriamo di incertezza e dubbi di ogni genere. Per paura di una nuova storia, di rimettersi in gioco etc., uccidiamo il futuro, possibile, malcapitato nuovo partner con le nostre paure, blocchi, fobie, dividendo dolorosamente le viscere tra desiderio e rigetto. Da un lato gli si grida :”muoviti!”, “prendimi!”, dall’ altro gli si grida dietro di scappare, di lasciarci in pace, che non abbiamo bisogno di lui e così via.
Dai agli altri il meglio di te, non delle tue patologie. Ma porca troia.

giovedì 10 aprile 2008

Wishlist


L’essere umano genera continuamente desiderio, e siccome non riesce a ottenere ciò che vuole o vorrebbe, qualcuno gli suggerisce di distruggere i suoi desideri, di sopprimerli, oppure di vivere diversamente. Il desiderio non è in sè causa di dolore, piuttosto lo è il suo bisogno, generato da insoddisfazione che ne creerà a sua volta altra e così via. La sensibilità di un uomo non è una colpa, è anzi una forza. Inutile spararvi sopra a cannonate e magari aspettarsi di diventare statue di bronzo. E’ ridicolo accettare i tanti sistemi religiosi che distruggono una delle forze maggiori di un essere umano, cioè il suo desiderio. Anziché educarlo, concentrarlo, coltivarlo, gli si suggerisce pure di sopprimerlo. Effettivamente i propri desideri fanno spesso paura, ma ciò può essere un vantaggio perché l’ osservazione di sé, quella che non mette davanti tribunali morali, è sempre una ottima opportunità per acquisire consapevolezza. Questa consapevolezza, che è ciò che contribuisce a costruire il proprio senso delle cose, non può che dare giovamento.
Ciò che si desidera non accade per diverse ragioni.
Intanto sai esattamente cosa desideri o credi soltanto di saperlo? Sfronda un po’ di confusione.
Comincia a mettere i tuoi pensieri su un meraviglioso tappeto di velluto, e poi guarda che accade. Crea una piattaforma armonica su cui far camminare la mente. “Capitano tutte a me!” o “Succede sempre tutto insieme: o tutto bene o tutto male!”. Ci hai mai pensato? Desidera con certezza e lascia andare.

lunedì 7 aprile 2008

Nessuno ha la merda profumata; la merda è merda.
I sistemi provocano inerzia intorno a sé affinchè tutto sembri poter cambiare senza in realtà poterlo fare.
Anche la gioia può avere una essenza molto pesante.

Ognuno cerca nell’ altro lo splendore che non è; e questo equivoco si rigenera di generazione in generazione. Ti accontenti di te stesso e selezioni l’ altro nei minimi dettagli. Se avvenisse il contrario capiresti che, in fondo, hai parcheggiato te stesso negli altri e occupi il suolo pure abusivamente.
Sei felice del tuo pallore?
Quanto più ti imponi di dimostrare forza a te stesso, quanto più questa ti sfugge dalle vene, indomabile, come un fiume in piena incontrollata.

Per loro necessità, muoiono le idee. Se ne stanno aggrovigliate tra i capelli, come serpi, infine muoiono, della loro stessa stretta.
Nessuno ha la merda profumata; la merda è merda.

sabato 5 aprile 2008



Una verità non è che il risultato di parametri che combaciano tra loro.
Una di queste verità assunta come tale, è il cosiddetto "buonsenso"; eppure è la semplice elezione di parametri che si ripresentano con la maggiore incidenza statistica.

mercoledì 2 aprile 2008

Presente e futuro

Il tuo infinito migliore è il tempo presente. Se hai qualcosa da conservare o difendere distruggilo. Se vivi aspettandoti un amore che possa durare in eterno non stai nè vivendo nè amando, nè quell' amore arriverà. Se ami nel tuo istante, allora vivi il tuo eterno. Se progetti la tua vita nell' attesa, questa ti sfuggirà e anzi si preoccuperà di demolire queste vane speranze per precipitarti nel presente.
Chi aspetta il futuro è un dormiente e giace dimenticato a se stesso.

martedì 1 aprile 2008

Ciascuno difende, giustamente, il proprio castello e alla fine c'è sempre un gran baccano di frecce e soldati. Finchè non conviene a tutti tornare a trafficare insieme.