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lunedì 26 gennaio 2009

Vivo da selvatico con vesti addomesticate tra gli addomesticati.

domenica 18 gennaio 2009

Sopra?

Esco dalle costruzioni, dalle sane abitudini, dai cordoni ombelicali. Passato, presente e futuro incatenano rugginosamente la mente; insceno una morte possibile. La mente dipendente continuamente cerca l' amore e il ricatto delle beatitudini, attenagliando le diecimila cose in uno sciocco sorriso. Io voglio il sentimento sopra i sentimenti, senza rifugi e appigli, voglio sapere cosa sono quando tutto intorno c'è il vuoto e il buio. Dal nome che prenderà questo vuoto vedrò.

giovedì 15 gennaio 2009

mercoledì 14 gennaio 2009

La maggior parte degli uomini vive per non vivere.

sabato 10 gennaio 2009

Io so che non posso sapere; ogni volta che lo credo, realizzo in realtà la mia ignoranza. Io non posso sapere, veramente; la conoscenza avviene quando si realizza di dover abbandonare ciò che si è appena "capito"..A ben vedere, la conoscenza non esiste, in fondo...e nemmeno ora scrivo di qualcosa di cui so, poichè in questo stesso momento il pensiero stesso cade e frolla come una pietra rotta, inevitabilmente scartata.

martedì 6 gennaio 2009



Pittura punto zero: massimo fuori di me, minimo dentro di me..
Parto per Berlino; mi segue tutto, non mi segue niente.
Un caro amico con cui dividere rabbia e carica elettrica, unica presenza del portafoglio carnale.
Nel centro della stanza, una stella da cui partire.
Milano, sei povera dentro; te lo dico.
Io parto e molti terrori eromperanno dalle viscere, ma il distacco dalla mente porrà fine e silenzio al dolore; e una presenza netta, nitida, al centro da cui tutti gli ordini giusti si dipartono.
Ci sono paure sane e paure insane; quelle insane strisciano e si attaccano come pendagli alle budella, ti chiedono di non fare, di non essere, di non andare mai per miliardi di motivi. Saluto tutto, non saluto nulla. Io sono e non sono.

lunedì 5 gennaio 2009




-Ma non lo sapevi?
-No, non lo sapevo.
-Dove vivi tu, anni fa, quando le persone erano veramente in bianco e nero, viveva un cantante milanese molto famoso che cantava in dialetto. Allora la gente era davvero in bianco e nero, e io me lo ricordo pure in bianco e nero. Le case erano più o meno uguali, soltanto egli aveva un vizio. Non lo chiamerei, però, un vizio; piuttosto, una particolarità.
-Fai bene, non mi piace la parola “follia”. E’ insensata e omicida. Chi la pronuncia non sa cosa dice. E’ talmente violenta…alla base sta un giudizio violento. Quello che le persone non sanno e non conoscono, lo battezzanno come folle…e si presuppone che facciano un bagno quotidiano nella normalità e che ne siano ambasciatori.
-La particolarità era questa: quel cantante rincorreva una scimmia nera nel cortile della sua cascina. Si divertiva così. Qualche bambino in paese lo seguiva, ma quasi sempre correva da solo, dietro quella scimmia. Questa aveva un colore molto particolare, anch’esso: sembrava nera, più probabilmente marrone molto scuro a chiazze brune. E poi basta; per il resto, lui era sempre lui nei diversi giorni che passavano.
-Lo avranno certamente massacrato di pareri e opinioni di buon senso. Magari smorfie di compassione, che è peggio.
-Non saprei; correva e basta. Non gliene importava nulla. Era eccitato da quel correre avanti e indietro, non c’era tempo per voltare spalle oppure orecchie. Poi restava sempre in bianco e nero, insieme al resto del mondo in bianco e nero, con i suoi occhiali neri.