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giovedì 19 settembre 2013

Preparare un fuoco

Pensando all' apatia di molti misticismi di stampo orientale  venduti come "distacco", tu non lasciare che la tua eternità si avveleni a poco a poco, come quando molte cose (forse tutte) sembrano seguire una curva perversa e perfida alla fine della quale si ritrovano capovolte, ribaltate, rovinate, sconfitte sotto il peso dell' io.
Non c'è male, ma soprattutto vuoto divoratore. Esso conquista spazi, distrugge. Assorda i suoni, acceca la vista. Le cose non tradiscono, sei tu a tradirle nel cuore tuo perchè le trascini con te.
Si sente a tal proposito risuonare spesso l' appello cattolico "non abbiate paura". Ma paura di cosa? In che senso? Evocandola,  invece, la paura si appropria degli spazi che prima non avrebbe avuto. Posso provare coraggio in astratto su motivi di fede? E perchè mai dovrei accettare questo vuoto intorno di una battaglia che si basa su astrazioni ed esperienze indirette e filtrate da altri? 
Cosa stai costruendo, piuttosto? Degli spazi pieni o degli spazi vuoti?



Jack London, "Preparare un fuoco", 1885.

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