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lunedì 13 aprile 2015

Favole/1: La luna sull' avambraccio.

Per un certo periodo al signor Cocoricò crebbe una piccola luna sull'avambraccio destro, con tanto di crateri. In un primo momento i dottori non capivano, e accompagnavano il signor Cocoricò alla porta di uscita del proprio studio con sorrisi paternalistici. Quando, infine, l' increscioso problema divenne troppo evidente per essere ignorato, molti medici fecero finta di non capire, mentre Cocoricò fece finta di capire.
"Tutti hanno le loro lune sul braccio, l' importante é trovare compagnia", diceva spesso tra sé e sé il Cocorico'. "Se non é una luna, sarà un sassolino, se non un sassolino una briciola di pane", seguitava a rincuorarsi. "Per la maggior parte della gente sarà una briciolina, per questo non si vede".
Una volta una bella signora di Lonate Pozzolo accettò un invito a cena da parte del nostro amico in un famoso ristorante di Settimo Milanese.  Cocoricó era solito nascondere la luna sotto le pesanti maniche del cappotto, ma era tarda primavera ormai e faceva già molto caldo. Indossare un cappotto sarebbe stato buffo e inappropriato e, del resto, così egli pensava di essere giudicato dagli altri. Decise di cogliere la palla al balzo e, fra sé e sé, disse: "o la va o la spacca, ormai siamo arrivati fino a Settimo Milanese e i soldi son quelli che sono. Non posso staccarmi la luna dal braccio a morsi. Del resto, se staccassi il braccio intero farei fatica a mangiare. Mi accetterà così,  non sarà certamente una cosa grave."
Tant'è che, giunti al ristorante di Settimo, non solo si tolse la giacca, ma si arrotolò la manica della sua camicia fino ai gomiti allargando bene il tessuto per fare passare la luna. Furono attimi di tensione, seguiti da sorrisi vaghi e forzati. Cocoricó si decise a parlare: "Dunque, signorina Jelena, sono molto contento che abbiate accettato il mio invito". La signorina di Lonate Pozzolo rispose con imbarazzo che non si chiamava Jelena ma Helena, e che forse c'era un errore. Disse: "lei é il signor Pickwick, no?".  L'equivoco imbarazzante non finì certo lì, perché pochi minuti dopo arrivarono le due persone che ciascuno di loro aspettava in realtà, ma al signor Cocoricó la cosa dispiacque non poco perché preferiva Jelena ad Helena. Questa fu in realtà una delle tante situazioni goffe e rocambolesche in cui si ritrovava sempre Cocoricó, ma da quella volta si decise ad andarsene in giro a maniche arrotolate anche quando faceva più freddo (tranne di inverno). 
A volte certi ragazzini lo prendevano in giro quando, ad esempio, gli dicevano: "hey pirata Cocoricó, ma lo lasci andare quel pappagallo?" , alludendo evidentemente alla escrescenza lunare sul braccio. E' così che dopo un certo punto sarebbe stato conosciuto da tutti come "Il Pirata". "La gente si fa passare gli scherzi sulla lingua e dice sempre che é solo un gioco, poi però la bianca palla di neve diventa una candidissima valanga e chi s'è visto s'è visto" , pensava spesso il nostro amico, non senza ironia. A volte si arrabbiava anche pesantemente, ma di lui si ricordava solo questo, cioè i momenti di rabbia, non certo quello che pensava, che era spesso un pensiero bello.  Cocoricò decise un giorno di tacere del tutto e di fare soltanto pensieri belli, anche quando veniva preso in giro. La luna cominciò quasi a sgonfiarsi, anche se capitava che la notte tornasse a fare capolino dall' avambraccio.  Per non deludere i medici si costruì una luna di cartapesta da indossare all' occorrenza. Lo faceva anche perché, in fondo, gli dispiaceva togliere delle idee o delle convinzioni, anche se queste lo facevano passare per matto. Preferiva osservare le persone quando parlano con le loro certezze perchè, diceva, ognuno merita di credere a qualcosa. Aveva letto da qualche parte che i Giapponesi difficilmente contraddicono qualcuno se questi parla con convinzione. Comunque si capiva che la luna era di cartapesta.

Un ritratto del signor Cocoricò.

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