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mercoledì 26 dicembre 2007


Ogni giorno metti in scena il tuo giorno terrestre e muori.
La notte incontri l’ Io e, al risveglio, la mente dimentica la memoria e gioca a non ricordare.
Avanti così, vivi l’ illusione dei tuoi sogni umani, delle impellenze, dei rapporti cretini che ti porterai a lungo dietro, come un fanale acceso e incollato alla schiena. Peggio fa la necessità che va raccontandoti il mondo sul coltivare con tenacia la falsità in qualsiasi rapporto.
Se ti preoccupassi di non essere niente, di non formare scuole, di non dovere insegnare nulla, di contare le tue diecimila malattie, di nuovo l’ Io proromerebbe e non moriresti più e non soffriresti più dei giorni umani.

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