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domenica 14 dicembre 2008

Ignorante la coscienza lucida; scaltre le parole, pesantissima la sua mente...Non vi è modo neppure di saltare sotto quel giogo: non potrai mai spiccare il volo. Cambia la frequenza, sveglia il serpente addormentato, ravvolto sotto l' osso sacro. Lascia esplodere la tua lontana conoscenza e vibra come un lampo. Che sapere è mai quello che ti rende secco, arido? Sei solo una catasta di paglia secca? Ti accontenti della ritualità dei saluti, dei gesti convenzionali, delle macchiette quotidiane?
Eppure non c'è nessuna fuga da compiere, nè abbandonerai casa tua in tutta fretta. Dovrai soltanto capire le tue forze viscerali e ricondurle alle dovute altezze. Non dovrai isolarti su un monte sperduto, nè fuggire terrorizzato coprendoti la vista: togli il grumo dagli occhi e fai erompere il cuore, saldo il timone al centro del ventre. Respira estatico: dimenticati e poi ricordati, cioè togli la polvere. Forse pensi che un complesso discorso ti eleverà, ma così aggiungerai te stesso alle cose, o alla stessa credenze verso le cose. Così non vedrai nulla e arido resterà il cuore: nessuno da te trarrà forza o sentimento sufficiente, e nulla potrai comunicare, poichè vedrai solo te stesso. Quando ti scavalcherai e perderai, ti sarai trovato veramente.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissimo, profondo...condivido

stefano abbiati ha detto...

grazie a te!