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lunedì 5 gennaio 2009




-Ma non lo sapevi?
-No, non lo sapevo.
-Dove vivi tu, anni fa, quando le persone erano veramente in bianco e nero, viveva un cantante milanese molto famoso che cantava in dialetto. Allora la gente era davvero in bianco e nero, e io me lo ricordo pure in bianco e nero. Le case erano più o meno uguali, soltanto egli aveva un vizio. Non lo chiamerei, però, un vizio; piuttosto, una particolarità.
-Fai bene, non mi piace la parola “follia”. E’ insensata e omicida. Chi la pronuncia non sa cosa dice. E’ talmente violenta…alla base sta un giudizio violento. Quello che le persone non sanno e non conoscono, lo battezzanno come folle…e si presuppone che facciano un bagno quotidiano nella normalità e che ne siano ambasciatori.
-La particolarità era questa: quel cantante rincorreva una scimmia nera nel cortile della sua cascina. Si divertiva così. Qualche bambino in paese lo seguiva, ma quasi sempre correva da solo, dietro quella scimmia. Questa aveva un colore molto particolare, anch’esso: sembrava nera, più probabilmente marrone molto scuro a chiazze brune. E poi basta; per il resto, lui era sempre lui nei diversi giorni che passavano.
-Lo avranno certamente massacrato di pareri e opinioni di buon senso. Magari smorfie di compassione, che è peggio.
-Non saprei; correva e basta. Non gliene importava nulla. Era eccitato da quel correre avanti e indietro, non c’era tempo per voltare spalle oppure orecchie. Poi restava sempre in bianco e nero, insieme al resto del mondo in bianco e nero, con i suoi occhiali neri.

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