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domenica 22 febbraio 2009

Lo sbarco.

Berlino è oggi certamente diversa da ciò che è stato raccontato e filmato lungo gli anni novanta. Le suggestioni alla "Live in Pankow" oggi si sono reincarnate lungo una immaginaria cintura che assedia la parte centrale della città (guai a parlargli di "centro città"). Il "punk" (poi diviso in molti sotto-punk) è sempre presente e ruggente; ancora oggi è una parte culturale viva e fondamentale della città, che però è smagrita da nuove necessità. Gli squatters che negli anni novanta occupavano le case e giravano di palazzo in palazzo aprendone le porte trovano una collocazione difficile, oggi. Sappiamo che i vestiti da squatter oggi si trovano a buon mercato per esempio da H&M, per cui la società ha ampiamente digerito (e rigurgitato, direi) l' impulso ribelle di quella fertile generazione, da cui la mia non sa ancora cosa raccogliere. Disagio e ribellione "giovanile" o "senile" che sia sono ormai filtrati e codificati, come se la propria radiografia venga quotidianamente esposta in pubblico come cosa normale e, anzi, di moda. Mangiare e bere fuori costa ancora poco, ma molti quartieri hanno assunto fisionomie totalmente diverse negli ultimi 10 o addirittura 5 anni. Nel complesso gli affitti sono certamente più bassi di Milano, ma non così bassi come ci si aspetterebbe (a meno che non ci si voglia chiudere in uno stanzino e magari nell' estremo est). E' sempre un magnifico posto dove lavorare da pittore e, clima a a parte, dove vivere. La gente è educatissima e, cosa cui non ero molto abituato, parla a bassa voce. Forse per questo viene giudicata "fredda"; perchè in altri posti la natura squilla e sbraita, ma non è così.

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