Che senso ha dipingere ancora "cose e persone" in un contesto artistico che ha con grande maturità dimostrato la superiorità del concetto sopra la forma? Che senso ha trarne gioia, piacere personale, scambiarlo con qualcuno?
Cos'è questa realtà, piuttosto, e cosa sono questi concetti? Una realtà espressa in un concetto è più reale e consapevole di un oggetto stesso, di una rappresentazione "diretta" delle manifestazioni fisiche delle cose?
Riconoscere le cose nella loro illusione percettiva accentuandone aspetti illusori e spiazzanti (corna, ali, elementi considerati fantastici o mitici) per consapevolizzare questa illusione. Conoscere che è tutto illusione, e che non c'è uno spettatore o un osservatore (il pittore). La pratica di questa conoscenza consapevole aiuta ad allontanare la quotidiana pratica della misura alle cose, della catalogazione; esercizio nocivo all' animo umano e vincolante.
La riproduzione della manifestazione fisica delle cose è apparentemente priva delle astrazioni mentali necessarie a creare un discorso concettuale. Viceversa, il concettualismo è una apparente mancanza di forme. Non si tratta di riprodurre la natura intesa come in antichità, ma l' apparenza della Natura, servendosi proprio della consapevolizzazione del limite tremendo della cintura della forma.