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venerdì 30 gennaio 2015

Novanta


Ricordo una esistenza più povera, allora. Era molto più povera; meno scemenze in generale e più carne. Più errori, certo. Tutto naif, beninteso. Le linee del tempo, come corsi d' acqua, spingono su direzioni parallele e, di fianco a me, cammina la grinta e il ruggito di quegli anni straordinari in cui ci si trovava appena cresciuti, come svegliati all' improvviso da un sogno, tra drammi privati e collettivi. Così, all' improvviso, probabilmente entra la coscienza nella esistenza cerebrale. Poi una semplicissima spinta a correre e a gridare, contenti di molto meno e spinti verso molto di più. Ecco, ci si trova senza troppi avvisi dentro la propria esistenza, e quello che si pensava fino al giorno prima, d'un tratto suona strano, suona male. Allora bisogna correre e niente di più.

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