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giovedì 5 febbraio 2015

Ora con voce mite

Il prete, molto grasso, cadenzava le canzoni della messa come faccio io quando imito i cadenzatori di canzoni (anzi di ca-ne-zo-ni). Cambiava tonalità per ogni strofa perchè partiva con note subito alte.
Incitava però gli altri con frasi come:  "ora con voce mite" oppure: "ora con raccoglimento".
Un Gesù con le gambe da calciatore e un principio di ritenzione idrica pareva assistere, un pó solo e con poca convinzione, in una nicchia.
All' angolo opposto stava defilato il Vescovo, con lo sguardo rigido come la pelle della sua faccia, ma poi ha sorriso a uno.
Di fianco al Vescovo stava un novizio infilato nella sua tonaca nera, con l' aggiunta di un basco nero con un goffo bottone in cima. Particolare modaiolo che mi ha ricordato un ragazzo di Pieve Emanuele che veniva chiamato "Il Che". Il novizio aveva il volto lungo e paffuto e una postura gobba, di una strana mitezza. Non rideva tanto perchè era concentrato.
Alla fine della cerimonia, tutti fuori dalla Chiesa in processione a sparire in una timida nebbia. Nebbia che si portava via anche quel tempo di riti e processioni,  quegli uomini e quel tempo che non esistono già più. 


Ora tutto é, così dicono, a portata di mano (o di dito); spariscono quindi i riti, i tempi, le preci, le lunghe suppliche, le camminate da un luogo a un altro, le attese. Tutto viene servito e applicato, anche gli dei. Niente di male, se non fosse per quel sentore sottile di qualcosa che sembra sfuggire un pó di mano, come una fregatura che si è costretti ad acquistare, senza alternative. Forse è attaccamento al tempo. Penso che le cose tendano giustamente e naturalmente a semplificarsi, ma non per intelligenza, piuttosto per comodità e necessità.

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