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domenica 28 dicembre 2008

Lascia andare.

Affila la lama: ogni cosa deve crescere prima che venga recisa. Così, dall' inferiore della terra, nascono e germogliano le piante pensiero. Non sopprimere la terra, non soffocarla. Fai crescere tutto e poi recidi, cambia, vivi. Nulla può essere vissuto se non completa la sua crescita; non accontentarti di supposizioni. Accetta tutto ciò che esce dalla tua terra, lascia che esca come una legge naturale. Non presupporre! Non è vivere, quello. Vivi dal centro del cuore e sgorga libero: solo ciò che viene alla luce può essere tenuto o levato.
L'ego, per morire, deve prima fruttificare: non morirà, infatti, prima di nascere.

martedì 16 dicembre 2008

Da sempre i nostri sistemi religiosi insegnano a gestire situazioni al limite (e oltre) l' umano raziocinio. Non solo non siamo tenuti a sperimentare nulla ma ad accontentarci delle briciole delle esperienze dei santi e dei patres (che pure diventarono tali avendo sperimentato capacità e trascendenze ben oltre lo sciamanesimo pagano, e si veda S. Francesco), siamo anche congelati in una atroce, infame e chiassosa attesa, in cui fidarsi alla cieca di eventualità. Nella fede non c'è una grande saggezza, poichè credere sulla base di meri presupposti o magari lontani sentori è un amore per lo spirito non solo pregiudiziale, ma secco, scarno e arido. Solo chi metabolizza dentro di sè qualcosa, la può amare. Nessuna preghiera, nessun cd con "brainwaves", nessun limpido mantra potrà essere la porta d' accesso in automatico allo spirito. Si tratterebbe di consumismo! Inconsciamente vorremmo pigiare un tasto e da una console ci procuriamo e garantiamo il cielo.
Questo meccanismo del "fare" in senso stretto può finire paradossalmente per ingigantire la stessa percezione illusoria della distanza dallo spirito. Quindi non vi si accederà mai!
Noi sviluppiamo pertanto una saggezza ipotetica e non consapevole; e intanto il nostro corpo grida e si agita come un bebè affamato e disperato.
Chi si accorge di questo bebè, o si rifugia e si autocensura in un pratico massacro prostatico di penitenze e secche infelicità e insoddisfazioni (fintanto che non nuoce a qualcunaltro) o asseconda ogni sorta di impulso e pensiero indiscriminatamente oltre ogni discernimento facendo di quegli impulsi il vero cocchiere della propria vita, vivendo nella confusione e nella continua ricerca di autogiustificazioni.
"Scegliete la via stretta!", ma anche "Misericordia voglio, non sacrificio". Allacciati! Ma no, slacciati. Ma cosa si deve seguire?
Colui che realizza se stesso, non realizza in realtà questo se stesso come una identità esclusiva, ma si realizza all' interno di una totalità consapevolemte percepita. Non c'è traccia di lotta nel vincente; chi ha visto mai un condottiero che, dopo aver vinto la sua battaglia, si perde in altri inutili combattimenti, infierendo su un cadavere già gelido? Chi realizza la propria beatitudine infatti non ha da lottare o da sforzarsi come un cavallo ed anzi più lo farà e più questa bestia sarà indomabile. Non ci sarà lotta, poichè nella sua armonia raggiunta, nella sua età dell' oro, vivrà già naturalmente sotto le nuove frequenze.
Cerca la felicità e la beatitudine, e saranno i tuoi insegnanti. Il primo movimento dello spirito è verso la felicità.
Due link utili, accompagnati da discernimento:
http://lostregonediassisi.blogspot.com/
http://www.guruji.it/marmorto.htm da cui scaricare il file "floppy.zip"

domenica 14 dicembre 2008

Ignorante la coscienza lucida; scaltre le parole, pesantissima la sua mente...Non vi è modo neppure di saltare sotto quel giogo: non potrai mai spiccare il volo. Cambia la frequenza, sveglia il serpente addormentato, ravvolto sotto l' osso sacro. Lascia esplodere la tua lontana conoscenza e vibra come un lampo. Che sapere è mai quello che ti rende secco, arido? Sei solo una catasta di paglia secca? Ti accontenti della ritualità dei saluti, dei gesti convenzionali, delle macchiette quotidiane?
Eppure non c'è nessuna fuga da compiere, nè abbandonerai casa tua in tutta fretta. Dovrai soltanto capire le tue forze viscerali e ricondurle alle dovute altezze. Non dovrai isolarti su un monte sperduto, nè fuggire terrorizzato coprendoti la vista: togli il grumo dagli occhi e fai erompere il cuore, saldo il timone al centro del ventre. Respira estatico: dimenticati e poi ricordati, cioè togli la polvere. Forse pensi che un complesso discorso ti eleverà, ma così aggiungerai te stesso alle cose, o alla stessa credenze verso le cose. Così non vedrai nulla e arido resterà il cuore: nessuno da te trarrà forza o sentimento sufficiente, e nulla potrai comunicare, poichè vedrai solo te stesso. Quando ti scavalcherai e perderai, ti sarai trovato veramente.

venerdì 12 dicembre 2008

Ad esempio, ossevati lungo l' asse delle persone che frequenti e ti circondano: tu formi diversi sistemi, generalmente suddivisi tra conservativi e progressivi. Nessuno di questi sistemi è sbagliato in sè, ma ciascuno ti dirà quale nave puoi, vuoi o vorresti prendere.
Le conoscenze non fisse, ondivaghe, le presenze saltuarie, occasionali, spesso riflettono i desideri latenti, inesplosi. Così il mondo è uno specchio e riproduce la risonanza dei tuoi movimenti interni.
Ascolta anche ciò che non vorresti, nella tua vita, o che non gradisci e ti sembra piombato come una ingiustizia.
In qualunque sistema però tu voglia infilarti, passa sempre dal cuore come unico portone d' accesso.

Alone.

Scopri la tua gioiosa leggerezza: gioiosa consapevolezza dell' allegro fascino.
Sei molto più bella di quanto voglia dare a credere a te stessa.
Una cascata morbida e dolce di capelli ti circonda il viso.
Questo viso oggi ospita le righe di gioia, domani di dolore profondo...ma stai sempre dentro
il magico alone della tua serena bellezza.

mercoledì 10 dicembre 2008

Sì(i)

Sia il tuo cuore ampio ed esteso: tutto desideri, tutto comprenda, nulla trattenga. Armonizza continuamente la volontà, la memoria, il cuore, tutto raccorda in Amore. Quando pensi qualcosa, sviluppa prima, dal tuo cuore, un motore libero e irrefrenabile, indomabile. Quando il motore sarà pronto potrai desiderare qualsiasi cosa sotto quella risonanza.
Prendi e lascia, prendi e lascia andare. Quando non trattieni per te nulla, tutto sgorga nel cuore e la memoria è dorata. Sii curioso e gioca, piangi, non ti trattenere. Se hai uno scopo, sii severo ma non crudo, pretendilo da te stesso e da nessun altro; le circostanze che incontri sono maestre e sono risultanti: osservale, testimoniale, non lasciare che ti si aggrappino fino a perdere in significato.
Vivi in risonanza, curati.
Sii capace di maturare una gioia che ti percorra la spina vertebrale e ti trasporti su un livello nuovo. Insisti, investi su te stesso. Non cercare, sii.
Dio è considerato un enigma crudele, poichè si cerca dal lato sbagliato e chi lo trova, subito si adopera per imprigionarlo. Non hai niente da forzare o da costruire: o sei o non sei. Essere: sei già.

sabato 6 dicembre 2008

Il pensiero è una cosa.