Non cantarla, la vita; lascia piuttosto che sia la vita a cantare in te. Molti parlano, pochissimi vivono.
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mercoledì 31 dicembre 2014
giovedì 27 novembre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
"Parlare senz'essere ascoltato mi ha privato del sonno,
gridare senz'avere risposta mi ha tormentato:
mi ha fatto svanire le forze del cuore,
mi ha incurvato come se fossi un vecchio.
O Marduk, grande signore, dio misericordioso,
gli uomini, per quanti essi sono,
chi li può comprendere nella loro realtà?
(Anche) tra i non negligenti, chi non si è (mai) reso colpevole? Chi è colui che comprende le vie di un dio?
Che io possa badare a non commettere colpe!
Che io possa incessantemente cercare le sedi della vita!
L'umanità è destinata dagli dèi ad operare nella maledizione,
a sostenere la mano divina (che pesa) sull'uomo. »
(Preghiera penitenziale a Marduk, a mano alzata (šu-íl-lá), 1-16. Testo cuneiforme: King, BMS, n.41; Ebeling, LKA n.61. Trascrizione e traduzione Ebeling AGH 72-75 e SAHG 298-300. Traduzione in italiano di Luigi Cagni)
gridare senz'avere risposta mi ha tormentato:
mi ha fatto svanire le forze del cuore,
mi ha incurvato come se fossi un vecchio.
O Marduk, grande signore, dio misericordioso,
gli uomini, per quanti essi sono,
chi li può comprendere nella loro realtà?
(Anche) tra i non negligenti, chi non si è (mai) reso colpevole? Chi è colui che comprende le vie di un dio?
Che io possa badare a non commettere colpe!
Che io possa incessantemente cercare le sedi della vita!
L'umanità è destinata dagli dèi ad operare nella maledizione,
a sostenere la mano divina (che pesa) sull'uomo. »
(Preghiera penitenziale a Marduk, a mano alzata (šu-íl-lá), 1-16. Testo cuneiforme: King, BMS, n.41; Ebeling, LKA n.61. Trascrizione e traduzione Ebeling AGH 72-75 e SAHG 298-300. Traduzione in italiano di Luigi Cagni)
sabato 25 ottobre 2014
venerdì 24 ottobre 2014
Dal sito http://www.sergiosablich.org/
Robert Schumann – Sinfonia n. 4 in re minore op. 120
L'inizio di quella svolta compositiva che con la Prima Sinfonia avrebbe aperto la strada
all'entusiasmo creativo dell'"anno sinfonico", il 1841 (due Sinfonie compiute, una terza abbozzata,
oltre alla "Sinfonietta" Ouverture, Scherzo e Finale e alla Fantasia per pianoforte e orchestra in La
minore, che sarebbe più tardi diventata il primo movimento del Concerto per pianoforte), avviene in
Schumann sotto un duplice impulso, nel segno di un allontanamento tanto dal
modello dell'ultimo Beethoven quanto dalle "divine lunghezze" di
Schubert. Da un lato vi è la volontà di perseguire una concezione unitaria del
processo sinfonico per via essenzialmente monotematica, con un procedimento
ciclico nel quale le trasformazioni di una figura fondamentale, quasi motto
della composizione, si generano l'una dall'altra, senza contrapporsi;
dall'altro lato agisce il desiderio di sperimentare una sintassi
poetico-musicale di segno simbolico, contemperando aneliti e slanci in una
fioritura estemporanea di divagazioni fantastiche dal timbro accesamente
romantico ma tendenti all'eloquenza della musica assoluta. La Prima Sinfonia è da questo punto di
vista esemplare: il supporto programmatico previsto all'origine (una poesia
"romantica" dedicata alla primavera) venne abbandonato allorché i
riferimenti extramusicali si chiarirono in elementi compositivi: quel che
rimase da ultimo fu la disposizione ciclica adombrata dal programma, affilata
nella logica formale e materializzata nella traduzione sonora.
La genesi della Sinfonia
in Re minore fu assai più problematica, tanto da abbracciare di fatto
l'intero periplo dello Schumann sinfonista. Iniziata il 30 maggio 1841, fu
portata a compimento il 9 ottobre dello stesso anno ed eseguita per la prima
volta il 6 dicembre 1841 al Gewandhaus di Lipsia: non sotto la direzione del
titolare Mendelssohn, che dell'amico aveva già presentato il 31 marzo con
grande successo la Prima, bensì del
Konzertmeister David. Essa ottenne consensi assai modesti: anche perché oscurata
– e la cosa non deve sorprenderci troppo considerando la moda del tempo – da
una esibizione a due pianoforti, avvenuta la stessa sera, di Franz Liszt e
Clara Schumann, impegnati a suonare l'Exameron-Duo
(una serie di variazioni virtuosistiche su un tema di Bellini composte da
sei allora celebri pianisti parigini). Schumann ritirò la partitura, già pronta
per la stampa, mettendola da parte. In seguito nacquero e furono pubblicate la Sinfonia n. 2 in Do maggiore op. 61
(1846) e la Sinfonia n. 3 in Mi bemolle
maggiore op. 97 detta "Renana" (febbraio 1851). Fu a questo
punto, nel corso del 1851, che la partitura della Sinfonia in Re minore venne ripresa in mano e rielaborata. In
questa nuova veste venne presentata al Festival del Basso Reno di Düsseldorf
nel 1853 e, stampata subito dopo a Lipsia, divenne la Quarta Sinfonia con il numero d'opera 120. Fu in pratica l'ultimo
grande successo di pubblico ottenuto in vita da Schumann come direttore
d'orchestra e compositore.
Delle quattro, la Sinfonia
in Re minore è senza dubbio la più sperimentale e ai nostri occhi moderna.
Sul frontespizio della partitura Schumann indicò che il
lavoro consisteva di Introduzione, Allegro, Romanza, Scherzo e Finale "in
un solo movimento"; al tempo della revisione, in parte correggendosi,
pensò di introdurre il titolo "Fantasia sinfonica", che gli sembrava
più adatto a un'opera tutta contesta di legami tematici tra un movimento e
l'altro e senza interruzione fra gli stessi: un po' come aveva fatto
Mendelssohn nella sua Sinfonia n. 3 "Scozzese"
(1842). Per il resto la revisione si appuntò soprattutto sulla strumentazione,
rinvigorendola e, secondo alcuni, appesantendola. Le presunte inefficienze e
debolezze di Schumann come orchestratore furono denunciate dalla critica già lui
vivente (e non solo dalla critica: l'ammiratore Brahms ne condivideva molte
riserve, e Mahler ritenne addirittura necessario intervenire sull'orchestrazione);
oggi ci paiono non soltanto tratti idiomatici del linguaggio schumanniano ma
anche una conquista che avrebbe lasciato un'impronta: nella Quarta, soprattutto nella concezione
della prima versione originale.
1. Moderatamente
lento, Vivace
L'intero primo movimento si basa sullo sviluppo di una frase
tematica esposta nell'Introduzione (Moderatamente lento) da violini secondi,
viole e fagotti su un pedale sospeso di dominante e poi estesa a tutta
l'orchestra con densità polifonica. E' una frase aperta e distesa, che procede
per gradi congiunti con pensosa gravità, impennandosi poi nei primi violini in
un inciso più mosso, che attraverso uno "stringendo" conduce
direttamente al tempo Vivace: è questo inciso (quartine di semicrome
alternativamente staccate e legate) a costituire il materiale tematico di tutto
il movimento. Più che di un tema nel senso classico, si tratta di una figura
aperta, slanciata e piena di energia, resa ancora più dinamica dalle sincopi e
suscettibile di continue, minute variazioni. Essa occupa tutta l'esposizione.
Nello sviluppo, che presenta accenni di trattamento fugato,
le viene contrapposta una linea melodica di marcata contabilità e dolcezza, che
attenua ma non interrompe la foga di una corsa che sembra, nel suo anelito, non
doversi fermare mai.
2. Romanza:
Moderatamente lento
E invece il discorso si sospende e, come voltando pagina,
conduce direttamente in tutt'altro clima espressivo. La parentesi lirica della
Romanza è l'altra faccia del mondo poetico di Schumann: quella intima,
delicata, tenue. L'oboe raddoppiato dai violoncelli intona in La minore una
melodia malinconica, quasi trasognata, che viene richiamata alla realtà da una
ripresa variata del tema dell'Introduzione (archi). Poi si dispiega in Re
maggiore una arabescata melopea in terzine del violino solo, d'infinita dolcezza,
che dona luce e consolazione. La ripresa del tema in minore dell'oboe chiude
nostalgicamente la breve ma intensa pagina.
3. Scherzo (Vivace),
Trio
E la corsa riprende, ancora più fremente, nello Scherzo,
squassata dalle ondate degli archi su interiezioni "sforzate" dei
fiati. Anche qui il legame tematico con il primo movimento è evidente: Schumann
lavora circolarmente su un materiale monotematico, mostrandocene le metamorfosi
e trasformandone il carattere timbrico e ritmico.
Nel Trio ritorna la figura arabescata della Romanza, ora
però integrata nella nuova scrittura orchestrale e armonica (da Re minore a Si
bemolle maggiore). Si ripete lo Scherzo, poi nuovamente il Trio. A questo
punto, quando ci si aspetterebbe la definitiva ripresa dello Scherzo secondo la
consueta formula A - B - A - B - A, ecco la sorpresa...
4. Lento, Vivace, Più
presto
In "pianissimo", su atmosfere brumose, tremolanti,
sospeso sulla dominante e carico di presagi, attacca in modo inatteso un Lento
nel quale la nota figura in semicrome dei violini primi, leggera come un
soffio, è violentemente contrastata da drammatici appelli di corni, trombe e
tromboni, in "crescendo" e "stringendo". Questa nuova
"Introduzione", che riafferma il tratto ciclico della Sinfonia,
immette senza soluzione di continuità nel veemente e decisamente liberatorio
tripudio del Finale, sempre più incalzante, da ultimo quasi colmo d'ebbrezza..
L'analogia con il passo corrispondente del Finale della Quinta Sinfonia di Beethoven non può
sfuggire. Non vi è però più niente di eroico e di fatale in questo
rispecchiamento formale: la luce che squarcia di colpo le nebbie di un
paesaggio ossianico, che è anche un paesaggio-simbolo dell'anima romantica, non
scandisce il battere di un destino, addita una meta lontana, all'infinito.
lunedì 20 ottobre 2014
mercoledì 15 ottobre 2014
Verrà un pomeriggio in cui forse batterai questi pugni sul tavolo e urlerai a tutti di uscire subito; ma agli occhi di chi ti ha tenuto in braccio mentre eri piccolo e indifeso e ha fatto di tutto per farti sorridere sempre sarai il piccolo Matteo che aveva bisogno delle sue braccia, piccolo e indifeso.
martedì 14 ottobre 2014
giovedì 14 agosto 2014
"Considero il giudizio del bene e del male come la danza serpentina di un drago, e il sorgere e il tramontare delle credenze come null'altro che le tracce lasciate dalle quattro stagioni"
Da Centouno storie zen, ed. Adelphi
Mi pare che si scambi molto la libertà, questa ennesima parola sperperata, con l'egoismo. Questo scambio è volontario, consapevole, dunque non c'è libertà. In realtà non c'è nemmeno volontà, perché un individuo va dove tira il vento e non sa nemmeno cosa sia il vento.
Non mi piacciono le opere d'arte che fanno leva sulle porcherie; nemmeno lo scandalismo. Sono due topi che ruzzolano nella stessa fognatura.
Da Centouno storie zen, ed. Adelphi
Mi pare che si scambi molto la libertà, questa ennesima parola sperperata, con l'egoismo. Questo scambio è volontario, consapevole, dunque non c'è libertà. In realtà non c'è nemmeno volontà, perché un individuo va dove tira il vento e non sa nemmeno cosa sia il vento.
Non mi piacciono le opere d'arte che fanno leva sulle porcherie; nemmeno lo scandalismo. Sono due topi che ruzzolano nella stessa fognatura.
giovedì 31 luglio 2014
L'acquisto della saggezza, del retto agire e del retto pensare nonché il superamento della schiavitù dell' ego non avviene grazie a un amico o un amore. Quello é un viaggio periglioso, piuttosto ostile e incomprensibile a chi vorrebbe pure starti di fianco. Il richiamo é forte, e il viaggio é, volenti o nolenti, individuale e tale resta perché é nell'individuo che deve realizzarsi il Tutto, e viceversa.
Non so se puoi capire queste parole, tanto più che il mondo è un catino di materialismo, egoismo, presunzione. Vedo molti, quasi tutti, senza ali e come morti dentro la loro vita meccanica e da automa emotivo. Moltiplichiamo gli errori e presumiamo che altri individui debbano avere bisogno di noi, e ne occupiamo la vita. Ne deviamo la traiettoria, fino a insultarli se non siamo protagonisti del loro viaggio. Molti tolgono il proprio saluto per stupidaggini come fosse un evento importante, mentre se qualcuno decide di fare a meno di te é perché sta tentando la propria libertà, vera o falsa che sia.
Non so se puoi capire queste parole, tanto più che il mondo è un catino di materialismo, egoismo, presunzione. Vedo molti, quasi tutti, senza ali e come morti dentro la loro vita meccanica e da automa emotivo. Moltiplichiamo gli errori e presumiamo che altri individui debbano avere bisogno di noi, e ne occupiamo la vita. Ne deviamo la traiettoria, fino a insultarli se non siamo protagonisti del loro viaggio. Molti tolgono il proprio saluto per stupidaggini come fosse un evento importante, mentre se qualcuno decide di fare a meno di te é perché sta tentando la propria libertà, vera o falsa che sia.
lunedì 7 luglio 2014
Il sapere del mondo,sebbene sia ovviamente illimitato, é in effetti limitato. Vi è infatti una intelligenza implicita nelle cose che governa e presiede alla distribuzione esterna (dall'interno del significato all'esterno della fruizione). Tale distribuzione mi risulta essere sempre disciplinata, calibrata.
Ad esempio, una mostra d'arte che rivela certi concetti, difficilmente incontrerà grandi consensi o fiumi di visitatori, poiché certe rare bevande non si possono sorbire gratuitamente. Si può chiedere all'oste, poi, di servire semplice acqua, così che vada bene a tutti e che importa se l'oste vede le sue mensole pregiate ammuffire.
Ad esempio, una mostra d'arte che rivela certi concetti, difficilmente incontrerà grandi consensi o fiumi di visitatori, poiché certe rare bevande non si possono sorbire gratuitamente. Si può chiedere all'oste, poi, di servire semplice acqua, così che vada bene a tutti e che importa se l'oste vede le sue mensole pregiate ammuffire.
sabato 21 giugno 2014
sabato 24 maggio 2014
domenica 18 maggio 2014
Ciò che viene definito amore,ad esempio quella smania di euforia astratta che sta nelle canzoni, non è che quella ipocrisia dello spirito che asserve cose e persone ai propri bisogni e piacimenti. Poiché le proprie necessità sono legge per un essere umano, questi non farà che aggrapparsi e attaccarsi ad esse per un urgente bisogno di vivere (sopravvivere?), trascinando se stesso in falsi pensieri, false emozioni, falsi desideri. Nemmeno dispensare sorrisini sbarazzini o positività esibita é amore; é qualcosa di troppo difficile da spiegare. Non tutto il buono é buono, non tutti i sentimenti sono sentimenti.
venerdì 2 maggio 2014
Camminare non visto tra i non visti
quasi sbandando sbadatissimo
quasi ali i gomiti a mani in tasca
anzi sì, ali
grattugiate nella giubba blu
La stessa, smarchiata, da tre anni tre.
Spesso un bimbo o una farfalla si fanno incontro.
É, quello, un abbraccio segreto tra creature segrete
così incastrate male nella vita
nelle gioie buffe.
Guarda quello scemo sul corso:
costringe il cane innocente a seguirlo
nella sua vita di autocommiserazione
Gli grida qualcosa
che grida di violenza e di orrore
Per fortuna che mi stai ascoltando.
quasi sbandando sbadatissimo
quasi ali i gomiti a mani in tasca
anzi sì, ali
grattugiate nella giubba blu
La stessa, smarchiata, da tre anni tre.
Spesso un bimbo o una farfalla si fanno incontro.
É, quello, un abbraccio segreto tra creature segrete
così incastrate male nella vita
nelle gioie buffe.
Guarda quello scemo sul corso:
costringe il cane innocente a seguirlo
nella sua vita di autocommiserazione
Gli grida qualcosa
che grida di violenza e di orrore
Per fortuna che mi stai ascoltando.
domenica 27 aprile 2014
lunedì 21 aprile 2014
Chi applica forza e competizione pensando di governare qualcosa o qualcuno, in realtà sarà come una piuma in balia del vento. Come quei somari dello sport infarciti di concetti egoistici che vivono di umori casuali. Dico di vivere come una piuma nel vento. Allora sì,sarai un forte padrone di te stesso.
martedì 8 aprile 2014
domenica 23 marzo 2014
Lungo le strade dei né vivi né morti delle pianure padane si trovano, in mezzo alle incerte distese di verde, edifici a casaccio, come se qualcuno o qualcosa avesse riprodotto in scala il sogno distratto di uno di questi flemmaticissimi abitanti. Tra roadhouse grill, motel, benzine.. Le pappe, le nanne, le cacche. Dispiacciono molto le giovanissime prostitute sul ciglio delle strade-scaffale, espressione del silenzio terribile di paesi che non sanno comunicare se non per cenni, subbugli e conati emotivi in una catena alimentare crudissima.
venerdì 21 marzo 2014
Beninteso che tutti, o quasi, se ne stanno sotto il cielo. C'è chi prende il sole, chi imputridisce nel mare azzurro, chi viene sbatacchiato un pò quà e un pò là dal vento e finisce pure in una metafora cinese sulle canne di bambù.
Ci sono anime, però, che più di altre hanno la vita come braccata dalla poesia, volenti o nolenti; a quella vita vengono strappate all' improvviso, così, senza spiegazioni. Giovanissime, ad esempio come il campione del Torino Gigi Meroni. Magari appena prima di essere raggiunte dal buonsenso a loro tanto raccomandato in vita.
Ci sono anime, però, che più di altre hanno la vita come braccata dalla poesia, volenti o nolenti; a quella vita vengono strappate all' improvviso, così, senza spiegazioni. Giovanissime, ad esempio come il campione del Torino Gigi Meroni. Magari appena prima di essere raggiunte dal buonsenso a loro tanto raccomandato in vita.
venerdì 14 marzo 2014
Tutti amano la natura, la pace, il sole,gli amici..ma senza essere le cose. Fintanto che ti accontenterai di guardare le cose e non le sarai, non vivrai. Vivrai, per meglio dire, una specie di sogno con occhi dissociati.
L' estetica non è mai fine a se stessa, se vissuta veramente. Troppi palazzi, fortini e casette chiuse hanno finito per drogare il godimento della bellezza, finendo per assecondare una emotività non solo incerta e sballata, ma separata spiritualmente dal suo oggetto. Tuttavia le cose sono nascoste dietro archibugi, un pó come le more tra i rovi.
venerdì 7 marzo 2014
« Ve lo dico io, gentucola, coglioni della vita, bastonati, derubati, sudati da sempre, vi avverto, quando i grandi di questo mondo si mettono ad amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia... È il segnale... È infallibile. È con l'amore che comincia. »
( da Viaggio al termine della notte, L.F.Celine)
martedì 25 febbraio 2014
Siamo molto più grandi dei nostri stessi desideri. Il fatto che ci sembra non vengano realizzati o esauditi ci sembra una punizione, una ingiustizia. Sono i falsi desideri e le presunte aspirazioni a tenerci nella morsa di una ingiustizia autoinflitta, preferendo la recitazione di ruoli che presumiamo ci siano adatti, mentre invece non facciamo che addomesticarci. E più siamo lontani da noi stessi e più si fanno feroci i capricci, poiché non si é in grado di uscire dal guano del proprio io che vive la nostra vita abusivamente.
Osserva i ricordi e vedrai che la vita scorre proprio come un sogno. Ciò che ieri giuravi a qualcuno cadendo nei suoi occhi, é oggi così lontano e incomprensibile. Noi prepariamo la realtà con i sogni, diversamente da quanto si crede. Molte delle aspirazioni e ideali sono indotti, condizionati e pertanto ci trattengono nel sonno, perché desiderare altre vite ci tiene morti in una falsa insoddisfazione, mentre i pensieri oscillano nella peggiore confusione.
Osserva i ricordi e vedrai che la vita scorre proprio come un sogno. Ciò che ieri giuravi a qualcuno cadendo nei suoi occhi, é oggi così lontano e incomprensibile. Noi prepariamo la realtà con i sogni, diversamente da quanto si crede. Molte delle aspirazioni e ideali sono indotti, condizionati e pertanto ci trattengono nel sonno, perché desiderare altre vite ci tiene morti in una falsa insoddisfazione, mentre i pensieri oscillano nella peggiore confusione.
sabato 8 febbraio 2014
mercoledì 29 gennaio 2014
"I delinquenti fanno schifo come i castrati:io sono intatto, e non me ne importa niente" A. Rimbaud
Non sarà mica gioia, quella. Solo euforia con cui mascherare il vuoto
squillante, insormontabile. Nessuno ha sentito mai un profeta
sghignazzare. Nemmeno ridere, probabilmente.
Fà attenzione, però, quando con la tua barca di legno ti avventuri al largo nell'oceano: l'acqua é morbida ma anche feroce e criminale.
Fà attenzione, però, quando con la tua barca di legno ti avventuri al largo nell'oceano: l'acqua é morbida ma anche feroce e criminale.
"Per molto tempo, mi sono coricato solo per iscritto" (Georges Perec)
martedì 14 gennaio 2014
On to Gallup, on to San Antonio
It was in Phoenix, yeah, I was on the radio
Ah hi hi ah hi hi Abilene
When you know, yeah
You know that your lies are talking
You know that your lies are walking with the truth
Through El Paso, you passed me up so long ago
It was a hard and calling road, I've been denied
Just when you know that
You know that your lies are talking
When you know that your lies are walking with the truth
And you were always looking
And I was always cooking up the proof
That's when you know that
When you know that your lies are talking
You know that your lies are walking with the truth
When you were always looking
And I was always cooking up the proof
It was in Phoenix, yeah, I was on the radio
Ah hi hi ah hi hi Abilene
When you know, yeah
You know that your lies are talking
You know that your lies are walking with the truth
Through El Paso, you passed me up so long ago
It was a hard and calling road, I've been denied
Just when you know that
You know that your lies are talking
When you know that your lies are walking with the truth
And you were always looking
And I was always cooking up the proof
That's when you know that
When you know that your lies are talking
You know that your lies are walking with the truth
When you were always looking
And I was always cooking up the proof
mercoledì 8 gennaio 2014
E poi c'è Stefano, che ti saluta con "ciao signo'e". Suo padre cammina alcune volte dietro di lui, con la testa un pó incassata nelle spalle; quando morirà, cioè troppo presto per il suo cuore e un pó tardi per i polmoni, il fegato e il pancreas,morirà aggrappato a questa corda. Tutti gli uomini sognano di avere coraggio, certe volte persino di vivere, ma c'è sempre quella corda.
Stefano bestemmia sempre la Madonna e alcune volte il Padre, perché lo ha sentito da chissà chi e sa che il mondo dei grandi va compiaciuto. A volte dice "ciao zio", sempre per quel discorso di prima.
Penso non si debba fare granché d'altro se non stanare la propria essenza,sepolta sotto terre borghesi. Si intende quella essenza gioiosa che si va perdendo con l'età, quando si era immersi nella sensazionalità e le cose che da adulti si sarebbero trovate normali (una strada, un animale,un amico,una nuvola) erano una esperienza magica.
Stefano bestemmia sempre la Madonna e alcune volte il Padre, perché lo ha sentito da chissà chi e sa che il mondo dei grandi va compiaciuto. A volte dice "ciao zio", sempre per quel discorso di prima.
Penso non si debba fare granché d'altro se non stanare la propria essenza,sepolta sotto terre borghesi. Si intende quella essenza gioiosa che si va perdendo con l'età, quando si era immersi nella sensazionalità e le cose che da adulti si sarebbero trovate normali (una strada, un animale,un amico,una nuvola) erano una esperienza magica.
martedì 7 gennaio 2014
Bisognerebbe levarsi dalla mente questo capriccio per cui si avrebbe il diritto di possedere una persona, o peggio il suo amore. Ci si dovrebbe pentire di avere scritto,detto,fatto..cioè di avere amato.Con gli stessi predicatori che,girate le spalle,magari sognano sulla tua compagna poiché, per la loro barbarie fisica e morale,non la possono nemmeno avvicinare. E poi questa presunzione di essere l'unico punto di riferimento di qualcuno,fino allo squallore della abitudine,il ricatto di dover provvedere alla sussistenza, la miseria della sopravvivenza di un sentimento già speso, dover litigare per misurare quanta strada si é fatta nel nulla. La vita brucia ed è un salto continuo nel vuoto,spesso doloroso,terrificante..sono questi gli spazi vuoti dei miei lavori. Pieni delle persone incontrate sulla strada,delle notti difficili e dei giorni impossibili, degli amori che sono le stelle accese nel cielo e per cui conservo solo onore,gioia. È lì che ha senso fermarsi, dove si trova la propria forza per poi trasmetterla. Quella fiamma che costringe a correre,a costruire senza piagnucolii, lamenti, miserie recitate.
lunedì 6 gennaio 2014
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