Cerca nel blog

giovedì 24 aprile 2008

Il dolore è un vuoto di creatività vitale. E’ un vertiginoso vuoto, un abisso che si crea e sussiste finchè non viene riempito con una forza contrapposta e creatrice.
Il dolore è un momento importante per prendere coscienza di sé. Sebbene sia lo strumento preponderante per la crescita di un uomo, non è una legge di per sé. E l’ uomo che vive, per dirla alla Gurdjieff, in un modo che sia il fattore scatenante principale della sua presa di (auto)coscienza, in quanto vive ora dopo ora in uno stato di sonno sapientemente organizzato e sviluppato.
Certamente il dolore è un elemento di rottura, la rottura di una diga che fino a quel momento tentava miseramente di resistere agli urti dell’ acqua. E’ il partigiano dormiente che incorre in extremis nella vita politica.

Nessun commento: