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giovedì 26 giugno 2008

Ricordati.

La pittura è conoscenza dei propri mostri interiori; la gestione libera, al limite degli autocontrolli, svincolata dalle necessità della realtà così come appare, nella sua frontalità esigente e maleducata. Dipingere, come le altre discipline artistiche, è un atto in cui inscenare per un momento protratto per un tempo "x" un mondo possibile. Che si riproduca la realtà oppure si crei per imaginatio, si inscena sempre una possibilità reale trasportata su una dimensione parallela. Durante l' atto creativo, non ci devono essere limiti; si agisce su un piano separato, che ha bisogno di rimettere in gioco continuamente ogni cosa. Certamente, anche parlare può essere un atto creativo. Anche stirare una camicia. Anche comporre un sms. Tutto può aprire delle porte inattese.
Così, praticare ad esempio il ricordo del sogno (o sogno lucido) significa sviluppare la capacità di portare alla lucidità i sommovimenti interni. Tutto avviene, infatti, al di là di un eventuale e possibile tracollo personale, privato. Le cose danzano e partecipano e non si possono strozzare. Puoi rimandarle, e vivere fingendo di vivere. Una cosa è vivere senza identificarsi in nulla e godere del flusso di tutte le cose che passano, un' altra è scansarle fingendo che non facciano male, o godere. Vivere è un atto semplice e drammatico. Spesso è un atto coercitivo, e tutta quella resistenza cui le si oppone disperatamente alimenta mostri, che al nostro sforzo ne contrappongono uno molto maggiore.

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